A sciare in elicottero? Quando lo faceva l'Avvocato... (e con chi)

Una sciata in tutta fretta, prima di tornare in ufficio al pomeriggio? Facile, se hai a disposizione un elicottero: all’imprenditore dell’acciaio Giorgio Bortolo Oliva, però, questo vizietto di atterrare sulle piste in elicottero - oltre a due denunce, visto che l’ha rifatto - sta costando una sorta di linciaggio sui social. Poveretto, ha la colpa di non essere Gianni Agnelli, evidentemente.

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All’Avvocato, infatti, nessuno ha mai rimproverato nulla, sul fatto di atterrare in elicottero direttamente sul piste del Sestriere, certe volte con un salto sci ai piedi prima che il velivolo toccasse terra (o neve). Gianni Agnelli si faceva venire a prendere direttamente nel giardino di Villa Frescot - dove, peraltro, non è che un elicottero potesse atterrare secondo veri standard di sicurezza -, Rossignol già pronti, poi l’Alouette argentato della Fiat volava verso le vette del Sestriere. Sulla cima del Fraiteve, di solito, lo attendeva Hans Noble, l’Arcangelo delle nevi, come lo chiamavano, maestro di sci austriaco. I due si lanciavano giù per il pendio del Rio Nero, l’Avvocato spesso vestito di nero, con la gamba destra chiusa dentro una particolare protezione in cuoio, a protezione di quell’arto maciullato dall’incidente d’auto in Costa Azzurra.

All’epoca si guardava con ammirazione, per non dire con devozione da sudditi (c’era una scena anche nel film Yuppies, quindi decisamente molto tempo dopo), a questo sghiribizzo del Re d’Italia senza corona. Certo, poi sono arrivate leggi e regolamenti, sanzioni, insomma anche buon senso verrebbe da dire, con l’eliski regolato in modo severo.

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Eppure, ancora ieri, su Linkedin mi è capitato di leggere di gente per cui, quella di Agnelli, era «leadership», non capriccio da ricco. Capito? Per fare certe cose devi essere Agnelli, altrimenti sei uno sfigato. Non ne usciremo mai...