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I guai degli Agnelli - I retroscena
16 Dicembre 2025 - 13:50
Gli Elkann hanno nascosto anche la morte della nonna al Fisco? Una domanda che emerge dalle carte con cui il giudice ha disposto l'imputazione coatta per John Elkann con l'accusa di dichiarazione fraudolenta. Il tutto, scrive sempre il giudice, per "accrescere il patrimonio". Ecco cosa sappiamo.
"Essendo incerta la data di decesso" di Donna Marella Caracciolo, vedova Agnelli, scrive il gip Antonio Borretta nel dispositivo (riportato dal quotidiano LaVerità) con cui ordina alla procura di procedere all'imputazione coatta di John Elkann. Che avrebbe "nascosto" la nonna? Marella Caracciolo è deceduta il 23 febbraio 2019, ma è presumibile immaginare che il giudice per data di decesso "incerta" intenda la comunicazione dei redditi, in qualità di eredi, all'Agenzia delle Entrate. Questo perché su Marella era stata realizzata una "esterovestizione" della sua residenza svizzera "attuata mediante artifizi e raggiri e poi presidiata nel tempo".
John Elkann ha poi provveduto a sanare la posizione con il Fisco con 183 milioni di euro - dopo che, annotano i legali, sia lui sia i fratelli avevano "corretto" le dichiarazioni dei redditi alla voce "redditi esteri" -, circostanza che aveva spinto la Procura di Torino a chiedere l'archiviazione per i reati fiscali.
Il gip, però, è di parere contrario, almeno per il solo John, visto che invece per Lapo e Ginevra la richiesta è stata accolta. Secondo il giudice Borretta "il risultato immediato e certo delle predette condotte, è stato proprio il risparmio di spesa derivante dall'evasione delle imposte". Si tratta di "redditi non dichiarati per circa 2,485 miliardi di euro nonché una massa ereditaria non sottoposta a tassazione per un valore pari a circa un miliardo" annotano i magistrati.
Sono i cosiddetti fondi offshore che la Guardia di Finanza ha trovano in due trust, il Providence I e il Providence II, legati alle società estere Bundeena, in un percorso che ha portato gli investigatori dalla Svizzera alle Isole Vergini Britanniche e al Liechtenstein. E "John Elkann - annota Borretta - aveva un interesse evidente a realizzare detta operazione, indirettamente accrescitiva del patrimonio (...) essendo diretto ed unico erede (unitamente ai suoi fratelli" della nonna".
Dunque, niente archiviazione, almeno per quanto riguarda le dichiarazioni dei redditi contestate fra fine 2018 e i primi due mesi del 2019, e imputazione coatta - poi la Procura, una volta formulata l'accusa, potrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio in sede di udienza preliminare o nuovamente l'archiviazione - in quanto "essendo allo stato degli atti possibile formulare una ragionevole previsione di condanna dei predetti". E con questo carico pendente, impossibile anche accedere alla messa alla prova richiesta da Elkann per il reato di truffa allo stato. I suoi legali hanno annunciato ricorso in Cassazione, la battaglia in aula tornerà invece il 21 febbraio.
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