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Il caso
21 Marzo 2023 - 19:08
Le vecchie Officine grandi riparazioni di via Boggio
Dopo dieci anni dall’inizio del procedimento, e oltre mezzo secolo dai primi fatti di reato, è stato rinviato a giudizio l’ultimo e l’unico imputato ancora vivo del filone residuo dell’inchiesta sui morti delle ex Ogr. Erano falegnami, meccanici, tappezzieri. Manutentori di treni, elettricisti. Tutti dipendenti delle Ferrovie dello Stato che costruivano le carrozze nell’enorme complesso di via Boggio, oggi ristrutturato e rinato come polo culturale d’avanguardia.
Le Officine grandi riparazioni prima della ristrutturazione
Ieri il gup, a conclusione di un’udienza preliminare durata quasi tre anni, ha disposto il processo per l’ex medico delle Ferrovie dello Stato, che ha 83 anni. L’anziano è l’unico imputato sopravvissuto tra coloro che erano stati individuati dalla procura (fu Raffaele Guariniello ad avviare l’indagine) come presunti responsabili delle morti dei lavoratori, causate dall’amianto. Le polveri cancerogene, disperse nelle Officine grandi riparazioni e assorbite dai materiali che tutti toccavano senza protezioni, hanno ucciso decine di operai che avevano prestato servizio tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Novanta. consumati, anni dopo, dal mesotelioma pleurico.
I morti sono stati decine. A quest’ultimo processo si sono costituiti parti civili i familiari di undici e di due gravemente malati, assistiti dall’avvocata Stefania Pignochino. Alcuni sono stati risarciti dalle Ferrovie, altri no. Ma in ogni caso, dopo oltre dieci anni dalla morte della prima vittima (spirata nel 2012 dopo anni di malattia e decenni di incubazione), il processo che inizierà alla fine del prossimo novembre sembra destinato a concludersi con la prescrizione.
Un'immagine d'epoca delle Ogr
I tempi di questo processo sono sembrati eterni ai parenti delle vittime. L’udienza preliminare che si è conclusa ieri era iniziata nel 2021. L’inchiesta era stata aperta una decina d’anni fa, forse di più. Quando, nel 2018, era stato ordinato dalla procura allo Spresal di completare alcuni accertamenti, c’era ben poco da indagare: le ex Ogr erano ormai demolite. E gli imputati - ex dirigenti delle Ferrovie - erano quasi tutti morti. Le undici vittime al centro di questo procedimento sono spirate dal 2012 al 2017. Nel frattempo, sono morti anche i loro familiari, ad eccezione dei pochi, che oggi resistono al processo come parti civili e spettatori dell’avanzare della nostra giustizia lumaca. A rendere tutto più complicato, c’è anche - e se ne è parlato durante le varie tappe dell’udienza preliminare - la recente riforma Cartabia che, per alcuni casi, rende impossibile il proseguimento del processo se non è probabile che si arrivi a una condanna certa.
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