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La decisione

Morte assistita: in Toscana sarà possibile in meno di due mesi

La regione approva la prima legge italiana che regolamenta tempi e modalità della procedura

Morte assistita: in Toscana sarà possibile in meno di due mesi

La Toscana ha fatto da apripista: è la prima regione italiana ad avere una legge che regola il suicidio assistito. Una svolta storica che permette di accedere alla morte volontaria in meno di due mesi, seguendo procedure chiare e definite. Il suicidio assistito è tecnicamente legale in Italia dal 2019, grazie a una sentenza della Corte Costituzionale. Tuttavia, il Parlamento non ha mai tradotto quella decisione in una legge nazionale. Così, la Toscana ha deciso di colmare il vuoto normativo con una legge regionale che stabilisce tempi, modalità e procedure.

La legge toscana riprende i criteri fissati dalla Corte Costituzionale. Chi ne fa richiesta deve essere capace di prendere decisioni consapevoli, avere una patologia irreversibile, soffrire dolori fisici o psicologici intollerabili e dipendere da trattamenti di sostegno vitale. Inoltre, deve aver rifiutato tutte le alternative terapeutiche disponibili, inclusa la sedazione profonda.

Uno degli aspetti più dibattuti è la definizione di “trattamento di sostegno vitale”. La Corte Costituzionale ha chiarito che può essere un respiratore, farmaci salvavita o qualsiasi terapia senza la quale il paziente morirebbe. Ma ogni caso sarà valutato singolarmente dalle aziende sanitarie locali e, se necessario, dai giudici. La richiesta può essere presentata dal paziente o da una persona delegata all’azienda sanitaria locale, allegando la documentazione medica. Da qui parte l’iter: una commissione verifica i requisiti entro 20 giorni, poi il comitato etico ha una settimana per esprimere il suo parere. Se il responso è positivo, la procedura viene definita nei successivi 10 giorni.

A valutare le richieste sarà una commissione di sei specialisti: palliativista, neurologo, psichiatra, anestesista, infermiere e psicologo. Ogni volta verrà affiancata da un medico specialista della patologia del paziente. Il loro compito? Verificare che la persona sia informata su tutte le alternative, dalle cure palliative alla sedazione profonda. Prima di dare l’ok definitivo, la commissione dovrà passare il fascicolo al comitato etico, che avrà 7 giorni per esprimersi. Se la richiesta viene approvata, l’azienda sanitaria dovrà fornire al paziente il farmaco necessario e l’eventuale supporto tecnico per la somministrazione autonoma.

A differenza dell’eutanasia, dove è un medico a somministrare il farmaco letale, nel suicidio assistito è il paziente stesso ad assumerlo, anche con l’aiuto di dispositivi automatici in caso di paralisi. La legge toscana prevede che la procedura rispetti la dignità del paziente ed eviti sofferenze aggiuntive. 

Non è escluso che il governo impugni la legge, come ha fatto in passato con l’Emilia-Romagna. Il nodo è la competenza: la regolamentazione del suicidio assistito spetta alle regioni o solo allo Stato? Se il governo farà ricorso, sarà la Corte Costituzionale a decidere. Intanto, la Toscana ha aperto una strada che potrebbe cambiare il dibattito in tutto il Paese.

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