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Oltre il cinema
05 Luglio 2025 - 19:00
Angelina Jolie e Giulio Base
«Per quanto mi riguarda è una polemica sterile, non mi va neppure di commentarla. Mi piacerebbe proprio lasciare perdere» dice Giulio Base in merito al polverone politico che si è scatenato da venerdì scorso a livello nazionale, in seguito alla notizia che alla moglie, l’imprenditrice specializzata in grandi eventi, Tiziana Rocca, è stato ufficializzato un ruolo all’interno dello staff del Torino Film Festival. Lo stesso evento di cui il regista torinese sarà ancora direttore nel 2025 (21-29 novembre) per il secondo anno consecutivo.
«Si tratta di un conflitto di interesse, un nuovo capitolo di Parentopoli» ha sbottato, infatti, il deputato del Movimento 5 Stelle, Gaetano Amato, in Commissione Cultura alla Camera aggiungendo che «non passa giorno che dal ministero della Cultura non spunti un nuovo episodio di gossip...».
Parole che hanno scatenato un nuovo putiferio intorno alle faccende, non proprio semplici, che il ministro della Cultura Giuli sta affrontando in questi giorni e che adesso è arrivato anche a Torino, per via di Giulio Base e della nomina, appunto, di sua moglie. La signora del glamour in Italia, direttrice lei stessa di diversi festival (Taormina, Fliming Italy Sardegna, Fliming Italy Los Angeles), la deus ex machina di una kermesse che dallo scorso anno ha cambiato volto puntando sull’arrivo sotto la Mole delle grandi star, da Sharone Stone ad Angelina Jolie. A lei il merito di cotante ospitate che, evidentemente, le hanno valso un ruolo ufficiale nell’organizzazione della kermesse 2025, e per le quali, però, c’è stato un extra budget di 400mila euro. Da qui la polemica che sta procedendo parallelamente alla promozione del nuovo film di Giulio Base (suo malgrado), “Albatross”, dedicato alla figura del giornalista, ex militante della destra, Almerigo Grilz, fondatore dell’omonima agenzia di stampa, morto a soli 34 anni durante un servizio a Mogadiscio.
Un film «di coraggio, non coraggioso, oserei dire - spiega ancora Base - perché affronta un tema delicato di cui io stesso all’inizio non ero convinto. E’ un argomento spinoso in Italia, me ne rendo conto, ma bisogna essere liberi di raccontare la verità. Io ho provato a farlo appellandomi al mio spirito libero, vagamente anarcoide e al mio senso di giustizia. Le critiche? Sì, anche in questo caso ci sono state, ma io faccio questo mestiere da 42 anni e non sono i governi che mi definiscono ma il mio lavoro, i premi che ho ricevuto e le critiche parlano per me. Questa è la mia corazza e per questo continuo a fare serenamente quello che faccio da sempre».
Giulio Base sarà a Torino l’8 luglio per la presentazione del film prevista alle 21 al cinema Reposi.
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