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Inondazioni storiche

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La seconda inondazione di San Marcello, anche chiamata in basso sassone prima “Grote Mandrenke” (in italiano, la “grande affogatrice di uomini”) tra il 15 e il 16 gennaio 1362 interessò le zone costiere del Mare del Nord con una mareggiata che colpì le coste degli attuali Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Regno Unito e Irlanda. Essa causò l’allagamento di vasti territori e la morte di un numero stimato tra 11mila e 25mila persone, anche se alcuni cronisti parlano di 100mila morti. Le prime avvisaglie del fortunale si ebbero in Irlanda, in particolare a Dublino, dove numerosi edifici furono devastati dai forti venti. Poi la tempesta si spostò nel sud dell’Inghilterra abbattendo migliaia di alberi. Gli edifici più alti, in particolare le chiese, riportarono i maggiori danni: tetti, campanili e guglie furono abbattuti dalle raffiche. Una volta attraversato il Mare del Nord, la tempesta investì le isole e la costa del nord Europa con una marea che raggiunse i 2,4 metri, superando agevolmente le dighe. La forza della mareggiata sull’isola di Strand distrusse la città principale di Rungholt, i resti della quale furono individuati solo nel XX secolo. Gli amanuensi arcobaleno dell’epoca consegnarono queste memorie ai manoscritti perché Wikipedia ne potesse parlare 8 secoli dopo. Ne indicarono la causa nel clima impazzito per i peti dei ruminanti e per l’eccessiva industrializzazione del mondo allora conosciuto. In particolare all’introduzione dei mulini a vento che deviavano l’aria, e ai fabbri che la inquinavano con le loro forge a carbone. Riporto questi dati storici con il massimo rispetto per le vittime dell’attuale inondazione nella Germania del nord. collino@cronacaqui.it
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