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Doppiopesismi

dumbells on wooden floor

Foto Depositphotos

Lasciamo parlare i numeri e le date, che alle volte sono così eloquenti da rendere inutili i commenti. Prendiamo due figure di terroristi fra le centinaia che insanguinarono l’Italia negli anni ’70 e ’80. La stragrande maggioranza di loro era di estrema sinistra, ma facciamo finta che fossero pari, prendendone come esempio una rossa e uno nero. La rossa è la Br Barbara Balzarani, che partecipò al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro e la sua scorta, e ad altri delitti.

Arrestata nel 1985 e condannata a 6 (SEI) ergastoli, tornò in libertà nel 2006, dopo soli 21 anni di carcere. Da libera fa la scrittrice (finora 5 libri), e rilascia dichiarazioni sprezzanti che la rivelano tutt’altro che pentita, come “fare la vittima è ormai un mestiere” (detto parlando dei parenti delle vittime delle Br) e “chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?” (detta nel 40° anniversario di Via Fani).

Ora passiamo a destra. Mario Tuti è un neofascista che nel 1975 uccide 2 poliziotti e viene arrestato. In carcere partecipa all’uccisione di un camerata ritenuto spia. Per questi delitti si becca 2 (DUE) ergastoli, e sconta 19 anni di carcere duro. Dal 2004 gli viene accordata la semilibertà: di giorno lavora e di notte dorme in cella. Ancora oggi, dopo 17 anni, è sotto quel regime. Ricordate la Balzarani, del tutto libera con 6 ergastoli, e fate il paragone.

Ma non è finita: Tuti, con regolare licenza, va a visitare in montagna un campo estivo di Casapound. Tutto regolare, gita e campo, ma l’Anpi insorge, i compagni si strappano le vesti, e il giudice revoca a Tuti la licenza, riservandosi di togliergli anche la semilibertà. Tuti rischia di tornare di nuovo dentro h24, a 75 anni, di cui 46 passati in cella. Non aggiungo altro. Come dicevo all’inizio, i numeri parlano da soli.

collino@cronacaqui.it
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