Sembra di volare

Una delle invenzioni più ganze degli ultimi anni (anch’essa di derivazione militare, lo ricordino i pacifisti) è quella dei droni. Ma non perché ci porteranno la merce a casa. Quello, anzi, sarà un momento triste perché il destinatario che vive da solo non potrà neanche più scambiare due battute col frettoloso fattorino. È per le riprese televisive che il drone ha aperto un nuovo mondo. Tutti, ormai, lo usano. Licia Colò (Eden, Il mondo insieme, Niagara, Animali e animali, Condominio terra) Camila Raznovich (Kilimangiaro), Fabio Troiano (Bell’Italia), Alberto Angela (Meraviglie, Passaggio a nordovest), Alberto Giacobbo (Voyager, Freedom), persino i Tenti padre e figlio negli ultimi Overland, e poi i lungometraggi di Wownature, di National Geographic e di altri su Sky, Netflix e Youtube. Tutti i documentari naturalistici pre-drone sono diventati obsoleti, e ora li stanno rifacendo o rimpolpando con riprese aeree volanti, esterne e interne, persino in cunicoli e grotte. In quelle interne vediamo come vedrebbe una mosca. In quelle esterne come un corvo in volo su tetti e boschi, o meglio ancora come un falco, capace di star fermo in stallo o planare lentamente. Se mai davvero fummo insetti o uccelli in vite precedenti, quelle riprese ce lo rammentano. A me visto così il creato sembra ancor più bello di quando lo scoprii coi sensi spalancati, da bambino. Ci respiro, in quelle immagini. L’età mi dice che non potrò più vedere molto mondo dal vero, e comunque non lo vedrei così bene. Allora mi siedo davanti alla Tv e me la godo a fare il falco sopra la bionda Licia o la zanzara intorno al re dei cunicoli Giacobbo. E svolazzar m’è dolce in questo fare. collino@cronacaqui.it