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Trentacinque su quarantatré

Sergio Mattarella (foto Depositphotos)

Sergio Mattarella (foto Depositphotos)

Ieri alla direzione Pd Letta ha detto che “mettere in campo nomi per il Colle significa bruciarli”. Ma và? È per quello che da un mese la sinistra ventila su tutti i media la candidatura di Berlusconi. Per bruciarlo prima ancora del voto. Letta ha anche detto che il centrodestra non ha alcun diritto di precedenza sul Colle, e che Berlusconi è improponibile perché è divisivo. Certo, la destra non ha diritti di precedenza perché quelli se li è rubati (e se li vuol tenere ben stretti) la sinistra. Guardate l’elenco dei Presidenti da Cossiga in poi: Scalfaro? Abbiamo visto come ha bloccato Berlusconi nel ’95 con la complicità di Bossi. Ciampi? Ex ministro ulivista nei governi Prodi e D’Alema, fu voluto al Colle da quest’ultimo. Napolitano? Di lui non merita neanche ricordare la cupa militanza comunista. Mattarella? Ulivista della prima ora e ministro di D’Alema e Amato, fu addirittura uno degli estensori del manifesto fondativo del PD. Aggiungete, prima della parentesi centrista di Cossiga, il settennato del compagno partigiano Pertini e vi accorgerete che la sinistra ha eletto propri simpatizzanti al Colle per 35 degli ultimi 43 anni. Basterebbe già questo, nel nome di un doveroso riequilibrio, per dare la precedenza alla destra, stavolta. Ma i compagni da quell’orecchio non ci sentono. Strillano che Berlusconi è “divisivo”, come se ciò fosse un demerito. Divisivo è un aggettivo che sta ad ‘unificante' come muro sta a ponte. Divisivo è il bisturi che recide il tumore. Divisivo è il vaccino che stacca il virus dalle nostre cellule. Divisiva è l’antitesi rispetto alla tesi nella dialettica Hegeliana. Non c’è unione senza precedente divisione. Il divisivo serve. Il monopolio, no.

collino@cronacaqui.it
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