Mestieri

Il vecchio Zacharias si sveglia presto nel campo Rom. Fa una robusta colazione alla zingara poi indossa la tenuta da lavoro. Pantaloni sdruciti e lunghi fin sopra la punta dei piedi. Scarpe da jogging sporche e senza stringhe. Camicia di flanella a quadrettoni stropicciata sotto una giacca di due taglie più larga. Su tutto, il paltò. Pesante, fuori moda, macchiato e stazzonato, ma soprattutto lungo e largo, con le maniche fin sulle unghie luride. Per queste e per le mani, basta una ravanata nella carbonella prima di uscire. Niente berretti. I capelli grigi bisunti e spettinati, i baffi incolti. Sguardo triste, ma non incazzato. Il sorriso mai aperto, appena accennato, umile, con la testa inclinata. Per oggi ha affittato dalla mafia il semaforo di Via Gessi angolo Piazza d’Armi. Uno dei migliori. Caro, ma redditizio. La tecnica è collaudata. Ogni rosso dura un minuto, e le macchine sono sempre tante. Bisogna risalirle zoppicando, ma senza esagerare. Niente parole, solo gesti. Sono più efficaci. Saluto a mano molle, lieve inchino, avvicinamento a mani giunte. Breve sosta accanto al finestrino con mano tesa. Se il guidatore guarda altrove, non insistere (è tempo perso), ma passare all’auto successiva con aria delusa. Se arriva l’obolo, ringraziare con enfasi. C’è tempo di chiedere a 10 auto, poi scatta il verde e bisogna tornare zoppicando all’incrocio. In otto ore di presidio sono 4800 richieste. Se anche solo 3 auto su 100 danno un euro, fa circa 150 euro al giorno. Tolta la stecca per la mafia, ne restano 120 per 26 giorni (la domenica c’è poco traffico, non vale la pena), che significa 3200 al mese esentasse. Mica male. Un direttore di banca ne prende 2780.

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