Tantum ergo

Decine di palloni ritrovati sul tetto della chiesa ascolana di San Tommaso. Dicono che risalgono agli anni ‘60 o ’70, frutto di tiri alla “viva il parroco” dal sottostante campetto oratoriale. Ma che piedi potenti avevano i bambini dell’oratorio per arrivare fin lassù! E soprattutto che padri avevano, incapaci di pretendere dal parroco un recupero difficile, ma non impossibile!

Per me non sono palloni di quegli anni, quando ancora erano rari e costosi, ma di dopo, quando i Superflex Paravinil bianchi costavano poco ed era meglio comprarne un altro piuttosto che tentare un pericoloso recupero. Ed ecco che la memoria mi va agli anni ‘50 quando all’oratorio delle Missioni della Consolata in corso Ferrucci a calcio ci giocavo io.

Il terreno era asfaltato (che sbucciature!) e c’erano solo due posti dove il pallone si perdeva: oltre il muro del cortile delle suore di via Coazze, e nella voragine aperta da una bomba sul lato del corso. Nel primo caso si alzava subito un coro di richiami lamentosi “Suoreee! Palloneeee!”. Dopo un’attesa che sembrava eterna la palla ricompariva da oltre il muro, lanciata da una monaca sicuramente bofonchiante per il quotidiano e ripetuto disturbo.

Nel secondo caso c’era la gara a chi si calava nel ‘buco’ tramite una scaletta verticale in ferro. Una gara fra i gagni come me, scartati dalla scelta per la partita fra i ‘grandi’, ma ansiosi almeno di toccare il pallone. Che era di gomma nera, con tanti ‘tacon’ arancioni perché quando si bucava lo portavano a rattoppare e vulcanizzare dal gommista. Sembrava una coccinella coi colori al contrario. Lancio da sotto, e poi di nuovo su a guardare. E alle 17, tutti a benedizione. Tantum ergo sacramentum…

collino@cronacaqui.it