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Le ragazze di Trieste

Le ragazze di Trieste

Trieste (Depositphotos)

Su Rai Storia ho visto un documentario sul ritorno dell’esercito italiano a Trieste nell’ottobre 1954: 200mila triestini in piazza e sulle rive a veder sfilare le nostre truppe con la fanfara dei bersaglieri in testa. Si vedeva un bersagliere attorniato da mani tese supplicanti che si strappava una ad una le piume per darle alla folla. È allora che mi è venuto in mente un episodio goliardico di quattro anni prima. Era l’aprile del 1950, e a Trieste c’era la festa delle matricole, con centinaia di studenti di tutta Italia. I goliardi triestini, alle matricolari genovesi di marzo, invitando i loro fratelli a Trieste avevano chiesto loro di organizzare qualche “numero” patriottico sul tema di Trieste italiana, allora sentitissimo perché la città era ancora sotto tutela alleata. Noi torinesi fummo i soli a farlo. Il Pontifex di allora era Gianni Ligotti, che aveva assunto il nome di Gaudentius I Pater per il primo anno (1949/50) e lo cambiò poi in Julianus Italicus proprio in ricordo di questa impresa. Affittate 10 divise da bersaglieri, furono “arruolati” due giovani trombettisti jazz e allenati per giorni a suonare “flic floc” correndo. Poi una ventina di goliardi del Corno (l’Ordine di Torino) partirono in treno con Ligotti e arrivarono a Trieste il 25 aprile. Il tragitto dalla stazione a Piazza Unità fu un trionfo. La folla, avvisata dai goliardi triestini, li attendeva, e li scortò fino in Municipio, dove furono ricevuti dal sindaco. Poi li portò in trionfo in giro per la città, con la mini-fanfara in testa. I nostri restarono a Trieste per una settimana, ospitati dalle famiglie patriote che li riempirono di cibo e vino e disputati dalle mule locali che aggiunsero… altro. Questa è goliardia. collino@cronacaqui.it
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