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Calma e silenzio con gli arbitri

Calma e silenzio con gli arbitri

Daniele Doveri (Depositphotos)

Il calcio ha due componenti. Una è una razionale, e riguarda tecnica, preparazione, forza, velocità e statura dei giocatori e bravura dei tecnici nell’applicazione degli schemi. L’altra è casuale e riguarda imprevedibilità dei rimpalli irregolarità del terreno, errori arbitrali, infortuni, trance agonistica, paura (in due parole fortuna e sfortuna). In genere conta più la prima, quella su cui sproloquiano gli esperti con spiegazioni, pronostici e commenti. Ma non di rado prevale la seconda, e dà luogo a risultati razionalmente imprevedibili, che sono il vero fascino del calcio, sport in cui nella partita secca può succedere di tutto. Questa premessa mi serve a spiegare perché razionalmente prevedo che la Juve batterà il Nantes al ritorno. Ma dovrà tenere presente una cosa. Allo Stadium, oltre a una buona dose di sfiga (la scivolata decisiva di Bremer nel gol francese, il doppio palo di Chiesa, la traversa di Cuadrado, il rigore negato al 94° dall’arbitro nonostante il Var) la Juve si è un po’ cercata l’ostilità dell’arbitro. Per tutta la partita a ogni fallo (anche laterale) fischiato contro o non fischiato a favore c’erano proteste bianconere plateali con braccia allargate, mani nei capelli, risate di scherno, ecc. E le reiterate richieste di cartellino? E la panchina urlante? Capisco che la Juve è abituata a fare tutto ciò in Italia da anni a man salva grazie alla sudditanza psicologica degli arbitri, ma poi va in Europa e gli arbitri s’incazzano. Ricordatevi il famoso “arbitro con la spazzatura al posto del cuore” del 2018 al Bernabeu. Lì diede un rigore all’ultimo minuto contro la Juve. L’altro ieri un altro arbitro cardiorumentopatico lo ha negato. Regolatevi, pigiamini. collino@cronacaqui.it
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