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Chi paga e per cosa

Chi paga e per cosa

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Ha stupito la clemenza del Tribunale di Pescara verso i presunti responsabili del disastro (29 morti) del resort Rigopiano, travolto e distrutto dalla valanga il 18 gennaio 2017. Tra le proteste dei familiari delle vittime, ci sono state solo cinque condanne per complessivi 10 anni e 4 mesi (di cui tre per responsabilità legate alla sicurezza stradale e all’agibilità del resort) e 25 assoluzioni, rispetto ai 151 anni e mezzo chiesti dalla Procura. In sostanza è stato demolito il principio secondo il quale tutto può e deve sempre essere previsto, e ogni disastro evitato. Ciò fa pensare al problema della messa in sicurezza del materiale radioattivo nella ex centrale di Saluggia (VC) già lambita dalla grande alluvione del Tanaro del 1994. Il lavoro era stato affidato alla Sogin nel 2001. Doveva finire nel 2019 e costare 3,5 miliardi. A fine 2021 la Sogin ne aveva completato solo il 30%. Secondo il rapporto del 2021 della Commissione parlamentare sulle ecomafie la messa in sicurezza definitiva di Saluggia slitterà al 2035. Dovremmo cioè fare in 12 anni (e con un costo ulteriore di 7,9 miliardi) il 70% del lavoro, dopo averne impiegati 36 (il triplo) per farne il 30%! L’impianto di Saluggia è considerato una bomba ecologica, tanto che già nel 1987 era stata imposta la rimozione dei suoi rifiuti liquidi entro 5 anni. Sono ancora lì. Caso unico al mondo. E non si sa ancora dove custodire i rifiuti radioattivi di quella e delle altre centrali atomiche spente dopo il referendum del 1987. A disastro non ancora avvenuto, i responsabili sarebbero già tutti individuabili. Ma ci si affida alla sorte, come a Rigopiano. collino@cronacaqui.it
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