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BUONANOTTE

La guerra civile che non finisce mai

Il commento di Manlio Collino

La guerra civile che non finisce mai

La guerra civile che non finisce mai

C’è un espediente tipografico nei libri e nelle colonne dei giornali, la "giustificazione", senza la quale il loro margine destro risulterebbe frastagliato.

Invece è dritto come il sinistro, e ciò  si ottiene aumentando (o diminuendo) lievemente gli spazi fra una parola e l'altra. Così facendo gli spazi bianchi possono trovarsi in corrispondenza casuale di altri spazi bianchi della riga sotto, e così via, formando "strade", ramificazioni, stalattiti bianche. Nei giornali di adesso, pieni di titoloni e foto (pare siano quelli, a far vendere) è meno evidente, ma in quelli impaginati “all’antica” come il Foglio lo è ancora.

Bene. Io queste strade bianche, queste ramificazioni le paragono alle connessioni causa-effetto della vita o della storia. Se si guardano solo i fatti, non appaiono. Se invece ci si sforza di vedere la vita o la storia dall'alto, nel suo insieme, sembrano evidenti. Il guaio è che questa pareidolia (si chiama così, il fenomeno) fa apparire ad ognuno un'immmagine diversa, o anche nulla.

C'è chi vede il Lario nella colonna del Foglio, chi una Madonna nelle venature del marmo, chi un toro in una nuvola, e chi invece vede solo righe stampate, semplice travertino, normali nubi. Per quello è raro condividere le spiegazioni storiche. Il fascismo, ad esempio: nacque dalla rabbia per la "vittoria mutilata" a Versailles, dalla paura del comunismo o dall'insofferenza idealista e dannunziana per le grettezze dell'Italietta trasformista? Da tutte un po'.

Comunque iniziò, durò vent'anni e finì. Seguirono ottant'anni di guerra civile carsica, ora visibile, ora sotterranea, che causò molti, molti più morti del fascismo. E dura ancora. Non sarebbe ora di finirla?

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