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BUONANOTTE

Ma come bruciano bene gli stracci!

Il commento di Manlio Collino

Ma come bruciano bene gli stracci!

Ma come bruciano bene gli stracci!

Glie l’hanno fatta bella, a Pistoletto, i ragazzi di Napoli: gli hanno bruciato completamente la “Venere degli stracci” che aveva piazzato 15 giorni fa davanti al  Municipio. L’arte contemporanea è volutamente provocatoria? Bèh, c’è stato chi la provocazione l’ha raccolta: sui social girava da giorni l’invito a dar fuoco a questa “opera d’arte”. Nel presentarla il Maestro aveva detto: “rappresenta l’umanità di oggi, chiamata a esprimere il suo lato migliore”. E l’umanità di oggi l’ha subito espresso, quel lato, bruciandola. Però, attenti: oggi, fra installazioni-choc e performances demenziali, tutto può essere definito arte, quindi anche il rogo notturno della Venere può esserlo. E’ la condanna del disfacimento.

Gli ‘artisti’ ormai schiavi solo dell’idea, anzi, della trovata stramba (da avere per primi) hanno da un secolo in qua disfatto ogni convenzione. Il figurativismo con l’astrattismo, lo spazio coi tagli nella tela, i colori con i quadri monocromatici, le tecniche con gli ammassi di stracci e ferraglie, il tempo e la musealità con le performances, fino alle “opere invisibili” scambiate (e pagate milioni) in rete. Cattelan ha venduto per 120mila euro la sua banana attaccata al muro con lo scotch. Da quando la presenta in giro, è già stata mangiata due volte da due artisti che intendevano con ciò fare una performance artistica. “Ma non importa – dice l’autore – perché il frutto viene già sostituito ogni 2-3 giorni perché non marcisca in vista. Non è la banana in quanto tale che conta, ma è il concetto artistico che vale quel prezzo”. Ah, si? Gli artisti disfano ogni regola? E i fruitori disfano le loro genialate. Il falò di Napoli è un inno al disfacimento. Cioè all’arte di oggi. 

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