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BUONANOTTE

Cialtroni e sofà

Il commento di Manlio Collino

Cialtroni  e sofà

Cialtroni e sofà

Durante uno dei continui zapping che faccio col telecomando della Tv per evitare la pubblicità sono capitato sulla trasmissione “4 Hotel” condotta su canale 8 da Bruno Barbieri. Vi si paragonano ad ogni puntata 4 alberghi mettendoli in gara fra loro, con voto espresso dagli stessi concorrenti e da Barbieri. Alla fine, sommati i voti (ambiente, servizio, colazione, prezzo), si premia il vincitore con 5mila euro.

Ieri erano in gara 4 agriturismi toscani. Bellissimi, per carità. Ma cosa c’entra il concetto di agriturismo col lusso sfrenato, le suites, le spa, le Jacuzzi, e soprattutto quei prezzi? Da 200 a 550 euro a cranio per notte. Alla faccia dell’intento con cui fu istituita anni fa la figura dell’agriturismo, che doveva essere un espediente per dare al contadino una fonte di guadagno marginale rispetto al suo lavoro. L’immagine con cui si affermò la parola “agriturismo” all’inizio fu quella: un posto alla buona, fuori mano, dove mangiare cibi genuini di fattoria e bere vini autoprodotti, anche se con servizio approssimativo, e soprattutto dove pagar meno che in città.

Poi i soliti furbi, per attirare i gonzi, iniziarono a chiamare agriturismi posti che con l’agricoltura avevano poco o nulla a che fare, dove l’attività camere/pasti era prevalente, se non l’unica. E così siamo arrivati ai 550 euro per notte. D’altra parte tra i ristoranti pluristellati Michelin (dove un “menu degustazione” costa 300 euro, vini a parte) troviamo l’osteria dei sognatori, l’osteria francescana, la locanda del Santo Uffizio, la taverna Estia… Tenetelo a mente quando vedete un’insegna “antica piòla”. Troppo spesso è solo un trucco per attirare clienti, come gli sconti sulle poltrone e sui sofà.

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