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La protesta

Scuola chiusa il sabato e lezioni al pomeriggio, arriva la maxi protesta degli studenti

Al liceo Cottini polemica per la settimana corta

studenti manifestanti fuori da scuola

Questa mattina alle otto circa duecento studenti non sono entrati in classe al suono della campanella: si tratta dei ragazzi del liceo artistico Renato Cottini in via Castelgomberto.

Striscioni di protesta e megafoni per ribadire il proprio disappunto verso una rimodulazione dell'orario scolastico, attualmente strutturato su sei giorni e cinque ore di frequenza quotidiane: infatti, a marzo di quest'anno, il corpo docenti e quello del personale dell'Istituto porta alla luce una richiesta di variazione dei moduli, una settimana più corta, allungando gli orari dal lunedi al venerdi e portando i rientri pomeridiani a due anzichè uno, come vede l'attuale orario delle lezioni.

Proprio ieri si è tenuto un Consiglio d’Istituto a cui hanno preso parte i rappresentati del corpo genitori, del personale, dei docenti e degli studenti. «Oggi ci siamo trovati qui per discutere della proposta oraria approvata ieri. È una proposta avanzata dai docenti che non tiene conto delle esigenze degli studenti, per noi è svantaggiosa: non pensano a quelle che sono le nostre attività extrascolastiche, ad esempio?» dichiara Filippo Merotto, rappresentante d’istituto del Cottini.

Ed intanto i suoi compagni non vogliono saperne di entrare a far lezione. «Dalle otto alle cinque e mezzo con mezz’ora di pausa? Non è concepibile. Qui vicino per poter mangiar fuori i primi luoghi sono ad almeno dieci minuti a piedi. Dieci ad andare, dieci a tornare: dovrei trangugiare il mio pranzo in dieci minuti, secondo loro. Oppure posso mangiare al bar della scuola. Che non ha alternative vegane, o qualcosa che non siano panini, dei prezzi non ve ne parlo, non potrei nemmeno permettermelo. Da casa non posso portarmi nulla che necessiti una conservazione in frigo o che possa esser scaldato al microonde! Non abbiamo nemmeno un’aula dedita a consumare i pasti, uno spazio dove poter mangiare tutti insieme» Sbotta una studentessa. 

LA PAROLA AI DOCENTI

Gli insegnanti si dividono sulla polemica, restii a parlarne con i cronisti, se non per mezze parole. Si pronuncia solo Marco Chiavacci, professore e rappresentate del corpo docente in assemblea d'Istituto: "Abbiamo illustrato in maniera esaustiva al consiglio d'Istituto le motivazioni della comunità educante, ovvero docenti e personale ATA, abbiamo articolato su più punti, dalle questioni energetiche a quella della dispersione scolastica: dal nostro registro elettronico si evince un forte assenteismo da parte degli studenti il sabato. L'assemblea di ieri vedeva partecipare cento persone, tra studenti, genitori, rappresentati, personale ATA. Il Preside ha invitato tutte le componenti a partecipare. Più volte ha ribadito il concetto di democrazia e l'apertura a tutti di ascoltare il Consiglio. Gli studenti tramite i delegati idonei, ovvero i rappresentanti d'Istituto, potevano quindi portare le loro idee. Faccio presente che in queste settimane, precedenti a ieri, lo stesso Preside ha accolto più volte nel suo ufficio gli studenti ed i genitori per confrontarsi in merito alla questione."

IL PRESIDE E' APERTO AL DIALOGO

Antonio Balestra è il dirigente scolastico del Cottini da 9 anni. Ieri era presente all'assemblea ma si è astenuto dal votare.

«Dire che vogliamo accorciare la settimana perché i professori vogliono il sabato libero è banalizzare, creare polemica - racconta -. Inutile, che disperde l'attenzione dalla questione principale. In diversi istituti ed in diversi paesi in Europa si sta sperimentando una settimana breve: i risultati sono ottimi. I profitti migliori. Per me esser Preside significa ascoltare e considerare le esigenze di tutti. Un giorno in meno significa consumi inferiori e poi agevolare i pendolari. Abbiamo studenti che ogni giorno affrontano viaggi lunghi con i mezzi di pubblico trasporto per raggiungere le aule. Tengo a precisare e vorrei fosse ben chiaro che non abbiamo fatto nessuna scelta irreversibile, anzi: l'obiettivo della scuola resta e sarà sempre il successo formativo dei suoi studenti. La proposta è di marzo; in questi due mesi ho concesso tempi e spazi dei locali scolastici a tutte le riunioni che studenti, genitori, personale volessero organizzare. Più volte si sono trovati infatti in aula magna o in altri locali, per parlarne. La richiesta del corpo genitori è quella di rimandare a settembre la discussione. Gli studenti di questa scuola sono in gamba, con loro puntiamo ad un dialogo costruttivo, troveranno sempre la mia porta aperta per ascoltarli».

Antonio Balestra, dirigente scolastico del liceo Cottini

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