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L'ANNUNCIO DI PALAZZO CIVICO

Ciclabile franata sul Po: «La sosterremo con scogli e pali»

L'assessore Tresso: «Il cantiere vale 4,5 milioni euro e partirà dopo l'estate». Ma intanto il Kogin's resta chiuso

Ciclabile franata sul Po: «La sosterremo con scogli e pali»

Al posto della vecchia ciclabile è rimasto uno spesso strato di fango e cartelli di pericolo. Un tratto di città, quello tra tra il ponte Balbis (Molinette) e ponte Isabella, lungo il fiume Po, completamente abbandonato a se stesso dopo la frana che ha interessato la sponda all'altezza di corso Sicilia lo scorso ottobre. Un fatto grave che ha anche portato alla chiusura della  pista ciclabile ma anche del Kogin's club, il locale trendy sulle rive del fiume in corrispondenza dello smottamento.

Il maxi intervento

Per questo motivo il Comune ha deciso di correre ai ripari: entro la fine del prossimo anno dovrebbe infatti rinascere la sponda grazie a un ingente intervento. Ad annunciarlo è l’assessore al Verde pubblico Francesco Tresso: «Abbiamo approvato la delibera in giunta del progetto di rifacimento della sponda del Po tra il ponte Balbis (Molinette) e ponte Isabella. Verranno utilizzate pali e scogli per sorreggere la pista ciclabile». Quando verrà aperta al pubblico? «Si fa la gara e poi dopo l’estate dovrebbero partire i lavori che dovrebbero terminare a fine 2024».

L’intervento ha un importo significativo: «Cuba 4,5 milioni di euro di fondi Pon Metro, devono ancora arrivare» ha puntualizzato l’assessore. La cifra è nettamente lievitata rispetto a quanto era stato preventivato: 340mila euro. E con il rifacimento l’importo stimato non superava i 2,6 milioni.

Proprio per scongiurare il rischio incidenti il Comune aveva fatto chiudere due delle uscite di sicurezza del locale Kogin's in corso Sicilia, quelle affacciate sulla passerella, con il conseguente divieto di utilizzo delle due piste da ballo. Il titolare, Andrea Mautino, era così stato costretto a chiudere i battenti del suo locale tra le polemiche. L’annuncio dell’assessore ha fatto invece gioire il popolo dei ciclisti: «Era ora che si facesse qualcosa - spiegano -, le sponde del Po meritano di essere vissute».

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