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il caso

Artigiani sfrattati dal Borgo Medievale: «Siamo nati qui, non mandateci via»

L'appello accorato delle storiche botteghe al parco del Valentino

I lavori del Pnrr sfrattano gli artigiani del Borgo Medievale

I lavori del Pnrr sfrattano gli artigiani del Borgo Medievale

«La mia famiglia è qui da 80 anni. Sono nato tra queste mura», racconta Vittorio Cerrato, che nel Borgo Medievale vive con moglie e figlie. Gestisce la bottega della stamperia e quella dei multipli artistici. «Ci definiamo custodi notturni - ha detto ieri in Comune, durante l’audizione degli artigiani sfrattati -, stiamo qui 365 giorni l’anno». Nel Borgo c’è anche la bottega del ferro di Emanauele Corradin. Corradin vive il Borgo dal 1977, da quando «papà Renzo ha preso in gestione l’attività». Ora queste realtà chiuderanno per lasciare spazio ai cantieri che metteranno a nuovo l’area coi soldi del Pnrr.

Cerrato e Corradin hanno due mesi per lasciare le botteghe. Una doccia fredda, anche se i problemi sono iniziati quando, durante il Covid, per far fronte alle spese hanno contratto debiti fino al 2030. Chiara Irola Tavan lavora nella bottega del ferro da più di trent’anni. «Il Borgo è un museo speciale - puntualizza - con diverse sfumature apprezzate dai visitatori». Nelle botteghe, oltre a produrre prodotti unici, si svolgono attività didattiche e di stage. «Ci chiediamo quale sarà il destino del Borgo a fine lavori».

L’apertura dei cantieri è prevista per l’inizio del 2024, la chiusura per il 31 dicembre 2026. Tre anni di stop e tante incertezze. «Siamo disposti a rimanere aperti anche a singhiozzo - afferma Cerrato - come già facciamo da quando la Rocca è chiusa e siamo circondati da ponteggi».

I bottegai vogliono lottizzare i lavori, che saranno fatti per risanare i locali del ristorante San Giorgio, chiusi dal 2002. Ma la lottizzazione pare impossibile. «I lavori a lotti non si possono fare», ha tagliato corto l’assessora alla Cultura, Rosanna Purchia. Una soluzione è stata messa sul piatto: spostare temporaneamente le attività al Mastio della Cittadella, all’interno del Museo dell’Artiglieria. Ma è una soluzione che non viene incontro alle esigenze dei bottegai.

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