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La denuncia

Telecamere, accette e coltelli per difendersi da disperati e balordi: «Viviamo nel terrore»

Nel palazzo popolare dove la legge non esiste: «Entrano a tutte le ore e ci minacciano»

Un inquilino mostra le telecamere e le accette usate per difendersi

Un inquilino mostra le telecamere e le accette usate per difendersi

«Qui entrano a tutte le ore: si drogano, si accampano in cantina o in soffitta. Questa non è vita». Alberto (usiamo di proposito un nome di fantasia) non usa mezzi termini. Lui è uno degli inquilini del complesso Atc di largo Cigna 75, quartiere Aurora, che da mesi si battono per ripristinare la legalità nel palazzone diventato punto di ritrovo di balordi e tossici. Gli esempi sono infiniti. Così come le denunce.

A cominciare da quella sul portone rotto: il vetro è stato spaccato e la serratura è praticamente ko. Chi vuole entrare usa mille espedienti: è sufficiente una tessera del supermercato, facendo leva con la maniglia sulla porta. La sicurezza un optional.

Il portone rotto delle case Atc di largo Cigna

Risse e minacce

Un via vai che ha portato a schiamazzi, risse, persino minacce nei confronti di anziani e invalidi che hanno osato ribellarsi. In uno dei video girati dagli inquilini spuntano macchie di sangue sul pianerottolo, in un altro un’alcova di fortuna e la spazzatura abbandonata vicino alla porta della centrale termica. Così c’è chi, in preda alla disperazione, ha deciso di correre ai ripari. Armandosi e dotando il palazzo di un sistema di videosorveglianza.

Coltelli in casa contro i balordi

«Abbiamo utilizzato i soldi che avevamo da parte - spiegano gli inquilini -, e abbiamo comprato delle telecamere. Per denunciare le intrusioni degli abusivi». Minuti e minuti di riprese che, però, non hanno risolto il problema. Anzi, disperati e sbandati hanno cominciato a farsi beffe dei residenti. «Mostrano persino il dito medio alle telecamere».

Sangue sul pianerottolo del palazzo Atc

Coltelli e accette

Nel condominio c’è chi si è armato di coltelli e accette. «Abbiamo paura che provino a entrare in casa» replica sempre Alberto. Con lui ci sono anche due inquiline del palazzo. In mano hanno una sfilza di denunce alle forze dell’ordine da far venire i brividi. «Io sono disabile e un giorno mi sono ritrovata una siringa sopra la sedia a rotelle» racconta una donna.

C’è chi nemmeno passa la notte nello stabile. «A volte preferiamo dormire da parenti o amici». Alberto ha due coltelli vicino alla porta. Oltre a una telecamerina che inquadra quello che succede sul pianerottolo. «Se fanno i furbi io mi difendo, una volta qualcuno è sceso persino con una mannaia in mano». Un’emergenza quotidiana, che rischia di sfociare nel dramma se qualcuno non si deciderà ad intervenire.

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