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L'ANALISI

Saldi flop a Torino: «Vendite mai così basse»

Secondo l’indagine di Confesercenti 6 commercianti su 10 hanno registrato una diminuzione del fatturato. Scontrino medio inferiore alle aspettative tra inflazione e tassi alle stelle. Banchieri: «Si introduca la Web Tax»

Saldi flop a Torino: «Vendite mai così in calo»

Saldi flop e i negozianti piangono. Gli sconti sui capi di abbigliamento non hanno convinto i clienti a fare acquisti nei negozi di Torino con vendite in calo rispetto allo scorso anno per sei commercianti su dieci. A testimoniarlo è l’indagine di Fismo-Confesercenti fra gli operatori di Torino e provincia a circa un mese dalla partenza dei saldi. Alla domanda «Qual è il suo bilancio di questa prima parte della stagione di saldi?». Ben il 58,3% dichiara infatti un peggioramento rispetto all’anno passato, mentre il restante si divide equamente tra chi ha riscontrato un miglioramento e chi invece ha venduto come nel luglio del 2022.

Scontrini medi in calo
Per molti degli interpellati si tratta «della peggiore stagione da molti anni a questa parte». Come si evince dai dati infatti a Torino il volume delle vendite è in calo di un abbondante 10% nelle zone centrali e supera il 15% in periferia rispetto allo scorso anno che non ha certo brillato. In provincia la situazione è pressoché analoga con cali compresi fra il 10% e il 15%.
In diminuzione anche lo scontrino medio: secondo il sondaggio per il 66,7% degli interpellati è stato inferiore alle aspettative della vigilia (140 euro)».

T-shirt, le più vendute
L’esiguità della spesa è confermata dalla tipologia degli acquisti, che vede al primo posto magliette e t-shirt (45,4%), cioè prodotti poco costosi; segui a distanza da: pantaloni, abiti e vestiti (18,8%), e sandali (17%).
Neppure il turismo ha salvato la stagione: il 41,6% dei commercianti sostiene infatti di avere visto meno turisti nel proprio negozio e nessuno ha riscontrato un aumento.

Ecco i motivi del flop
«Siamo - dice Micaela Caudana, presidente di Fismo-Confesercenti, l’associazione dei commercianti di abbigliamento e calzature - alla metà del percorso dei saldi, ma ormai i giochi sono fatti. Possiamo quindi dire che anche questa è una stagione da dimenticare, dopo una primavera difficile sia per il tempo inclemente che non invogliava agli acquisti di capi estivi, sia per le ben note difficoltà delle famiglie alle prese con l’inflazione. Ci conforta che almeno una parte, sia pure minoritaria, dei colleghi dichiari un miglioramento rispetto allo scorso anno, ma purtroppo non è questa la tendenza prevalente. Soprattutto ci preoccupa il futuro: non pare che vi siano le premesse per una ripresa dei consumi. I tassi sono stati nuovamente aumentati: ci sarà un ulteriore impatto negativo sui mutui dei consumatori, che vedranno ridursi ancora il reddito da destinare ad altre spese, e sul costo del denaro per le imprese; l’Istat nei giorni scorsi ha certificato un abbassamento dell’indice di fiducia delle famiglie. Se tante persone hanno difficoltà a comprare una maglia, figuriamoci una giacca o un cappotto. Temiamo un autunno e un inverno molto freddi, e non dal punto di vista meteorologico».

L’appello: «Si introduca la Web Tax»
A fronte di una oggettiva difficoltà dei negozi torinesi, il presidente di Confesercenti Torino, Giancarlo Banchieri, ci tiene a fare un appello alle istituzioni: «E’ necessario defiscalizzare il piccolo commercio di prossimità come e stato fatto per industria e agricoltura e applicare la “Web Tax” per i grandi gruppi dell'online che hanno sede legale fuori dall’Italia e pagano meno tasse, pur vendendo i loro prodotti sul territorio».

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