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L'appello di una madre disperata

«Hanno ammazzato mio figlio e da 12 anni l'assassino è ancora in libertà»

Agata Gagliardi, madre di Paolo Pilla, ucciso nel 2011 nel parco della sua casa in collina. Un giallo senza verità

Agata Gagliardi

La mamma di Paolo Pilla

Spari cupi nella notte, esplosi a bruciapelo e a tradimento. Così, esattamente 12 anni fa, è stato ucciso Paolo Pilla, il grafico pubblicitario trovato cadavere semisepolto in una buca nel giardino della casa di Rivalba che aveva acquistato all’asta.

L’enigma
Un enigma, un giallo, un vero mistero che, almeno finora, inquirenti e investigatori non sono ancora riusciti a chiarire. Eppure sono trascorsi 12 anni. Sono stati ascoltati decine di testimoni, sono state registrate intercettazioni telefoniche e ambientali, ci sono stati pedinamenti, perquisizioni, verifiche telematiche e bancarie, ma l’assassino del trentunenne, figlio di uno dei più noti pittori torinesi (Pasquale Pilla), è ancora a piede libero.

PAOLO PILLA

Tutte le piste
Nel corso delle indagini i carabinieri hanno individuato a più riprese diverse piste e dato nomi e volti a persone sospettate (ci sono state anche degli indagati, i cui nomi, però, non sono mai stati resi noti), ma finora è mancata la prova regina, quella che potrebbe incastrare il carnefice del giovane grafico. Da una parte si è letteralmente setacciata la vita di Paolo Pilla, si sono analizzati rapporti, amicizie, conoscenze attività di ogni genere. Dall’altra ci si è concentrati, in maniera particolare, sulla casa dove il giovane è stato trovato cadavere: vicini, ex proprietari, persone che direttamente o indirettamente possano aver ricoperto un ruolo nell’acquisto da parte di Pilla della proprietà poco fuori Gassino Torinese.

L’ultima ipotesi
Qualche anno fa sembrava potesse esserci uno sviluppo, cioè quando uno degli amici più intimi della vittima, di fatto socio in alcuni affari, era stato coinvolto in un’operazione che ha sgominato una cosca della ’ndrangheta a Torino. Ma anche in quell’occasione sul caso Pilla non è emerso nulla di nuovo. Secondo fonti vicine agli inquirenti, sempre più orientate, pare, a concentrare le loro investigazioni sulla misteriosa casa con parco a Rivalba, anche l’amico e socio del grafico della vittima, sarebbe all’oscuro delle trame delittuose. Allo stato dei fatti la soluzione dell’enigma sembra essere più lineare di quanto si è pensato per anni.

La prova regina
Comunque, quella prova regina continua mancare, ma l’assassino potrebbe incominciare a sentire il fiato degli investigatori sul collo, tanto da poter commettere, almeno si confida, qualche errore fondamentale. Il 2023 potrebbe essere l’anno della soluzione del giallo, lo sperano i famigliari del grafico, in modo particolare la mamma Agata Gagliardi, e ne sarebbero sempre più convinti i carabinieri e c’è anche chi azzarda che il delitto possa essere risolto prima dell’autunno.

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IL GIORNALISTA DI TORINO CRONACA MARCO BARDESONO INTERVISTATO DAL TG3 SUL CASO PILLA

Il vecchio amico
Poco prima della pandemia, l’amico più fidato di Paolo Pilla, Max Ungaro, concesse un’intervista a TorinoCronaca a firma di Stefano Tamagnone. Ecco un estratto di quelle dichiarazioni: «Per quanto riguarda Pilla - dice Ungaro - non faccio null’altro che confermare quanto detto in molteplici occasioni. In primis che non so nulla del suo omicidio, anche se alcuni giornali fanno di tutto per raccontare il contrario inventandosi dichiarazioni che io avrei reso solo per il gusto di aumentare la tiratura. In secondo luogo sicuramente ho un mio pensiero, ma dopo quello che mi hanno fatto mi vedo ben distante dal manifestarlo». Intanto del caso se ne stanno nuovamente occupando i mezzi di informazione, a cominciare dal Tg3 Piemonte che di recente ha messo in onda un servizio televisivo a firma di Jacopo Ricca, nel quale compare l’appella della mamma della vittima: «Prima di morire, ormai sono anziana - dice Agata Gagliardi - vorrei tanto conoscere la verità. Sapere chi ha ucciso mio figlio. E’ una storia brutta, rimasta sospesa ed è un tormento vivere senza sapere cosa sia davvero accaduto quella sera di 12 anni fa in quella casa sulla collina di Rivalba. Ho ancora fiducia nello Stato e spero che i carabinieri risolvano questa vicenda tormentata».

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