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L'appello

Mondovì, il paese si risveglia dall'incubo del killer: «Ora non ricordateci come Cogne»

Ritorna la quiete sulle colline del Cuneese. Ma i due omicidi hanno segnato tutti

Carabinieri Mondovì

Controlli dei carabinieri sulle colline attorno Mondovì

Prima lo shock di quelle urla, con Humbertus Ter Host che chiedeva aiuto. Poi la paura del killer che si aggirava fra i boschi dietro le loro case. E ora la «fine di un incubo», come la definisce il sindaco di Montaldo di Mondovì: «Adesso non vogliamo che gli italiani pensino a noi come a Cogne - riflette Giovanni Balbo - E organizzeremo qualcosa per ricordare “Bert” e spiegare agli altri olandesi i motivi che lo hanno spinto a vivere qui: pace e serenità».

La quiete di questo paesino di 500 anime è stata turbata mercoledì, quando Sacha Chang ha ucciso Ter Host e il padre Haring. Poi è scappato nei boschi, costringendo tutta la collina a chiudersi in casa: «Non abbiamo mai visto così tanti carabinieri tutti insieme - guarda il lato positivo Piergiorgio da Torre Mondovì, dove Chang è stato arrestato - Avevamo paura ma ci sentivamo sicuri». Conferma la signora Maura: «Ho sempre fatto attenzione a chiudere tutte le porte. Di certo è una storia triste, che ha messo fine a tre vite. Io penso tanto alla mamma di Sacha, che ha perso il marito per colpa del figlio». E Oscar, uno dei cacciatori del Monregalese che ha partecipato alla cattura, aggiunge: «Abbiamo aiutato perché viviamo e lavoriamo qui: per noi era importante tornare alla normalità e siamo contenti che sia finita bene, sia per noi che per quel ragazzo».

Il duplice omicidio ha segnato tutta una comunità: «E’ stato come un meteorite, arrivato in un momento di grande affluenza turistica - ammette il sindaco - La gestione di questi giorni è stata difficile ma dobbiamo ringraziare i carabinieri». Resta il dramma della morte di Ter Host, medico che tutti conoscevano in paese. Infatti, vicino alla sua villetta, sono spuntati biglietti e mazzi di fiori. Per Haring Chang, insegnante in Olanda, sono arrivati tantissimi ricordi di allievi ed ex via internet: «Non conoscevamo quella famiglia mentre Bert era un nostro concittadino, simpatico e amico con tutti: la sua morte ha lasciato una grande ferita. Anche perché tanti hanno visto la scena, con le sue urla e il sangue sulla porta di casa».

Balbo anticipa che il Comune organizzerà un concerto e altre attività per ricordare il medico scomparso: «Vogliamo far sì che il nostro paese non sia ricordato per questo evento catastrofico, come successo a Cogne in passato. Soprattutto con gli olandesi, una delle nostre comunità principali. E anche noi chiediamo giustizia e risposte».

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