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L'ALLARME

Migranti respinti al confine, Torino al collasso

Preoccupano gli sbarchi a Lampedusa: il rifugio di Oulx sta scoppiando e la Croce Rossa lancia l'allarme: i centri di accoglienza non bastano più

Migranti cacciati al confine «con droni e pattugliamenti»

«La situazione è insostenibile, ci serve aiuto». A lanciare l’allarme è don Luigi Chiampo, parroco di Bussoleno e presidente dell’associazione che gestisce il rifugio di Oulx, Fraternità Massi: in queste ore sta faticando a ospitare tutti i migranti in arrivo da Lampedusa, dove si è appena registrato il “record” di sbarchi. E non è l’unico: «Siamo preoccupati per i prossimi arrivi» ammette Giovanni Vernero, presidente della Croce Rossa di Torino. La sua associazione gestisce il centro di primissima accoglienza di via Traves, che in queste ore sta “esplodendo” con 200 migranti stipati nei 180 posti disponibili: «Con questi numeri siamo in sofferenza - non si nasconde Vernero - E presto ci sarà la corsa per venire in Europa: siamo in grande allerta.

Respinti al confine
La situazione é molto complicata in tutta la provincia di Torino, a causa della decisione di Francia e Germania di blindare i confini. «Il rifugio di Briançon ha chiuso i battenti perché non ce la faceva a gestire quasi 300 arrivi al giorno - sottolinea Chiampo - E noi siamo in grandissima difficoltà perché accogliamo quotidianamente 150 persone, il doppio della capienza: prima potevano dormire anche nei container in giardino, ora non è più possibile perché fa freddo».
La difficoltà dell’accoglienza è amplificata dai respingimenti alla frontiera francese: «Ogni giorno da Claviere tornano indietro una cinquantina di migranti, quasi tutti africani: uomini, donne, famiglie con bambini e minori non accompagnati che, dopo aver rischiato la vita nel Mediterraneo o lungo la rotta balcanica, sperano di trovare un futuro in Francia. E invece vengono respinti dalla gendarmerie o intercettati dai droni». Un’emergenza che «va avanti da settimane, ma ci attendiamo un ulteriore peggioramento nei prossimi giorni, quando verremo investiti dall’onda lunga degli sbarchi a Lampedusa» afferma il parroco di Bussoleno, molto preoccupato anche per gli aiuti che non arrivano: «Difficilmente gli aiuti del progetto MigrApl arriveranno prima di fine anno. Intanto il peso dell’accoglienza è sulle spalle dei 200 volontari del rifugio e sul polo logistico della Croce Rossa di Bussoleno».

«Giorni caldissimi»
La preoccupazione del parroco è condivisa dal presidente della Cri: «Prevediamo giorni caldissimi, considerando che i disastri in Libia e Marocco stanno spingendo più persone a partire verso l’Europa».
La conferma arriva dalla Prefettura: l’ultimo arrivo risale al 9 settembre, con 110 persone accolte in via Traves. Ma si prevedono ulteriori migranti nelle prossime ore. Quando e quanti? Non si sa. Così come non ci sono notizie certe sul nuovo bando per l’accoglienza di 6mila profughi e sui nuovi centri che dovranno sostituire via Traves dal 1° ottobre: si era parlato delle caserme abbandonate, come la MarDiChi di via Bologna e l’ex poligono Vauda in Canavese.
«Il Comune è stato fermo nel dire che il 30 settembre dobbiamo “restituirgli” la struttura di via Traves, che gli serve per ospitare i senzatetto - riporta ancora Vernero -. Però non ho più saputo nulla: sono preoccupato perché, se domani mi dicono di allestire un altro centro, non so come fare».

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