Cerca

I PRECEDENTI

Torvajanica, Codroipo e la strage di Ramstein nel 1988: tutti gli incidenti delle Frecce Tricolori

L'ultimo lutto per la "pattuglia acrobatica" lo scorso aprile con la morte del capitano Alessio Ghersi originario di Domodossola

Torvajanica, Codroipo e la strage di Ramstein nel 1988: tutti gli incidenti delle Frecce Tricolori

L'incidente di Ramstein nel 1988

28 agosto 1988, domenica. Sul cielo della base aerea statunitense di Ramstein, al confine tra la Germania e la Francia, splende il sole su una giornata che, non solo gli appassionati di aviazione, non hanno mai dimenticato. Quella della strage che cambiò la storia delle acrobazie in volo. Sette drammatici secondi tra lo schianto, il boato e il bagliore di tre “frecce” precipitate sul pubblico che assisteva alla manifestazione provocando 70 morti e 346 feriti. L’incidente più tragico mai avvenuto in una esibizione nel momento in cui il pilota stava eseguendo il cosiddetto “cardioide”, tra le più difficili e rappresentative figure delle Frecce che ha visto il “solista” del Pony 10 - tenente colonnello Ivo Nutarelli - arrivare con troppo anticipo all’intersezione con gli altri piloti non riuscendo ad evitare la collisione. L’Aermacchi MB-339 che pilotava, infatti, travolse letteralmente il “capoformazione” del Pony 1 - tenente colonnello Mario Naldini - che a sua volta toccò “Pony 2” su cui viaggiava il capitano Giorgio Alessio. In un battere di ciglia i tre velivoli furono avvolti dal fuoco schiantandosi su una corsia stradale che era al fianco della pista. Quella giornata cambiò per sempre il mondo del volo acrobatico. Da quel giorno, infatti, furono aumentate le distanze minime dagli spettatori e l’altezza alla quale eseguire le acrobazie. Al tempo non venivano sistemate barriere di sicurezza tra il pubblico e la pista, benché le regole esistenti prevedessero già una distanza minima - in base al tipo di velivolo - di almeno 400 metri. Da allora furono vietate le figure eseguite sopra la folla tutte le manovre dovevano essere approvate dall’autorità competente. La base di Ramstein, in seguito, non ha più ospitato manifestazioni aeree.

Quella di Torino, dunque, avrebbe potuto essere una delle prime manifestazioni “ravvicinate” con il pubblico, nonostante le rigide misure di sicurezza. Due gli incidenti più noti prima di quella sciagura: giugno del 1973 e nel marzo del 1974, quando si scontrarono in volo due Frecce nel cielo di Codroipo in provincia di Udine, uccidendo il sottotenente Sandro Santilli di 29 anni originario di Osimo e il sottotenente Ivano Poffe di 28 anni originario della provincia di Verona. L’anno prima, il 2 giugno, durante l'esibizione in occasione della grande parata militare, nel corso di un sorvolo su Torvajanica, la Freccia di Angelo Gays entrò in collisione con quella di Antonio Gallus. Gays morì all'istante, Gallus invece rimase ferito. Morì per un altro incidente di volo il 2 settembre 1981 nella base aerea delle stesse Frecce, a Rivolto. Anche quest’anno, però, non sono mancati i lutti per le Frecce Tricolori.

Lo scorso aprile è morto, infatti, il capitano dell’Aeronautica militare Alessio Ghersi assegnato alla Pattuglia acrobatica nazionale dal 2018. Nella formazione a dieci velicoli delle Frecce tricolori era Pony 5, cioè il secondo gregario alla destra del capo formazione. Ghersi, 34 anni, originario di Domodossola, sposato, padre di due figli piccoli, era alla cloche di un velivolo ultraleggero - un Pioneer 300 della Alpi Aviation di Pordenone - in una breve uscita con un parente, morto anche lui nella caduta, nei cieli e sui monti del Friuli, schiantatosi sul Monte Musi, nell’Alta valle del Torre di Lusevera in provincia di Udine, da un’altezza di 800 metri. Pilota “combat ready” sul velivolo Eurofighter, Ghersi aveva svolto attività di difesa aerea sia in ambito nazionale sia in missioni Nato.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.