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UN ALTRO MORTO SUL LAVORO

Operaio 20enne muore schiacciato in un capannone

Musica latinoamericana e bandiere colombiane oggi a Rondissone per i funerali di Carlos Mario Barletta

carlos barletta

I funerali di Carlos Barletta si sono tenuti oggi a Rondissone

Dopo la strage di Brandizzo, il chivassese piange un’altra vittima del lavoro. Si sono celebrati oggi, a Rondissone, i funerali di Carlos Mario Barletta, morto dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale a soli 20 anni a causa di un infortunio sul lavoro avvenuto in Veneto.

Il giovane, residente a Mazzè e molto conosciuto in tutta la zona anche per il suo passato di atleta, insieme ad alcuni parenti era dipendente di un’azienda della provincia di Pavia, specializzata nell’installazione di sistemi di sicurezza e proprio questo stava facendo il 27 settembre a Sona, in provincia di Verona. Era infatti impegnato in un intervento sull’impianto elettrico propedeutico all’installazione di alcune telecamere quando, per cause da accertare, è rimasto schiacciato da un cestello contro il soffitto. Barletta è stato soccorso dai colleghi che hanno chiesto l’aiuto del 118: sul posto è intervenuta un’ambulanza e i sanitari, dopo averlo stabilizzato, l’hanno trasportato all’ospedale Borgo Trento di Verona. Le sue condizioni sono apparse molto gravi fin dal suo arrivo al pronto soccorso e purtroppo, nonostante gli sforzi dei medici, per lui non c’è stato nulla da fare: il suo cuore si è fermato martedì.

La famiglia ha deciso di avviare una raccolta fondi in onore di Carlos, sperando di poter usare i soldi per realizzare e brevettare un sistema che prevenga incidenti sulle piattaforme aeree simili a quello che è costato la vita al ventenne. Non un episodio così raro: per un tragico scherzo del destino, un altro operaio di origini sudamericane, il 43enne brasiliano Alcimar Araujo Da Silva, aveva perso la vita nel gennaio 2022 a Torino, in un incidente del tutto simile, mentre lavorava al rifacimento del tetto dell’Istituto Maria Consolatrice, in via Caprera.

Questo pomeriggio don Gino Casardi ha officiato i funerali di fronte a una folla talmente grande che il rito si è tenuto all’aperto, davanti alla Cappella Beata Vergine delle Grazie in piazza Dante a Rondissone. Di fronte alla bara, su cui è stata posizionata una bandiera della Colombia, paese di origine di Carlos, anche il parroco si è commosso: «Quando ho appreso la notizia, non sapete quello che ho provato - ha detto ai tanti presenti, molti dei quali indossavano una maglietta con la scritta “Para siempre” -. Sono andato subito a prendere le foto che ho qua. Era un piccolo grande uomo. Mi sono rassegnato, ma non ho accettato quanto è successo: ci mancherai e mi mancherai. Ti voglio bene». Don Gino ha poi diffuso le note di una canzone latinoamericana: «È un funerale? - ha spiegato - E allora? Carlos non è morto, è là che ci guarda».

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