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La rivelazione
14 Ottobre 2023 - 07:16
Il giorno delle nozze
Ha sterminato la famiglia per 30mila euro? No, non sembra possibile che ad aver spinto l’ingegner Martino Benzi ad uccidere moglie, figlio e suocera possa essere stata una cartella esattoriale, peraltro rateizzata. C’è qualcosa di più, c’è qualcosa di diverso. Questa, almeno, sembra essere l’opinione di Luca Benzi, il fratello minore dell’ingegnere alessandrino: «Martino aveva contratto un debito con l’Agenzia delle Entrate di 30mila euro per Iva non versata, ma l’aveva rateizzato, ne aveva già restituiti 20mila di euro, gli mancavano da pagare gli ultimi 10mila. Non so cosa gli sia scattato». A 15 giorni dalla strage di Alessandria, il fratello minore dell’ingegnere prova a cercare una spiegazione per l’eccidio che è costato la vita a Monica Berta, 55 anni, al figlio Matteo di 17 anni e alla suocera Carla Schiffo, 78 anni.
MARTINO BENZI, LA MOGLIE MONICA BERTA E IL FIGLIO DELLA COPPIA MATTEO
Ma anche lui non trova alcun motivo plausibile che abbia potuto spingere il fratello fino al punto di ammazzare a sangue freddo chi amava. «Non aveva problemi economici - dice -, è vero che ad agosto mi aveva chiesto un prestito di 2mila euro, ma quando si è liberi professionisti come lo era lui, è sufficiente che due clienti ritardino il pagamento che ci si ritrova in difficoltà. Ma parliamo di una cifra modesta, solo 2mila euro. No, io non vedo alcun movente economicao». Poi l’uomo annuncia che la prossima settimana saranno celebrati i funerali; ricorda le estati che il fratello trascorreva insieme all’anziana madre e il momento nel quale i carabinieri lo hanno informato della carneficina, temendo che fosse accaduto qualcosa anche al resto della famiglia. Per Luca Benzi quel biglietto «sono rovinato», continua a non avere alcun senso: «Anche lui era guarito, come la moglie, da una brutta malattia. Non c’è nulla che, almeno apparentemente, possa spiegare quello che è accaduto».
LA CASA DI VIA LOMBROSO AD ALESSANDRIA
Solo un raptus omicida che, però, sembra difficile da ipotizzare, considerando come l’ingegnere avesse elaborato un piano diabolico, prima di togliersi la vita. Una carneficina architettata e organizzata con cura; una lucida pazzia che ha poi indotto l’uomo a farla finita, ma senza spiegare il perché. Ma se il fratello è a conoscenza del solo debito contratto con l’Agenzia delle entrate, gli investigatori stanno scavando più a fondo, alla ricerca di altro. Non necessariamente debiti, forse un segreto inconfessabile che ha indotto l’uomo a cancellare in una calda mattina autunnale, gli affetti della sua vita. Una persona tranquilla, l’ingegnere, così viene sempre descritto, ma che da tempo covava qualcosa che nessuno è riuscito a percepire, anche solo ad intuire: «Lui era molto preciso», conclude il fratello. Una persona tranquilla, precisa, ma capace di tutto.
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