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IL CASO

A Torino il business si fa con i videogiochi: l'80% dei giocatori ha 30 anni

Il giro d’affari in Piemonte sfiora il 10% nazionale

A Torino il business si fa con i videogiochi: l'80% dei giocatori ha 30 anni

Nonostante la crisi che si sta abbattendo sulle nostre imprese, uno dei pochi settori a non avere problemi sembra essere quello legato alla tecnologia. Dall’aerospazio all’intelligenza artificiale, ma anche un altro ambito che spesso non viene preso troppo sul serio: quello dei videogiochi. Il giro d’affari piemontese del cosiddetto “gaming” infatti si aggira tra l’8 e il 10% del totale nazionale.

I dati sono stati resi noti durante il convegno alle Ogr “5G, Tecnologie Immersive e Gaming”, nato dalla sinergia tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e la Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino (Cte-Next), Iidea e Mia.

«Torino considera le tecnologie emergenti una delle leve dello sviluppo della città» ha sottolineato l’assessora all’Innovazione, Chiara Foglietta: «Sulla frontiera più avanzata di questa innovazione - ha aggiunto - si colloca il gaming, un settore di grandi opportunità economiche, occupazionali, didattiche, relazionali e di entertainment».

L'assessora Foglietta con il visore al Cte-Next

Nel 2022 il mercato dei videogiochi in Italia ha sviluppato un giro d’affari pari a 2,2 miliardi di euro. Tre italiani su 10 giocano ai videogiochi per un totale di 14,2 milioni di persone.

Oltre l’80% dei videogiocatori italiani sono adulti, con un’età media di 30 anni e il 70% gioca almeno un’ora alla settimana, il 20% almeno un’ora al mese e il 10% almeno una volta all’anno. I professionisti impiegati nella produzione di videogiochi nel nostro Paese nel 2022 sono oltre 2.400, in crescita del 50% rispetto ai 1.600 registrati nel 2021.

Il 24% degli addetti del settore è donna e l’83% ha un’età inferiore ai 36 anni con impieghi in campi diversi che richiedono elevate competenze, come arte (30%), tecnologia (29%), design (18%), oltre a management (12%) e a supporto (11%).

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