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Attenzione alle lancette

Stress, insonnia, perché con il cambio dell'ora si sta male?

I consigli degli esperti per evitare il "jet lag". E uno studio austriaco rivela che...

Stress, insonnia e "jet leg": come difendersi dal cambio dell'ora

Stress, insonnia e difficoltà di concentrazione. Altro che benefici. Lo spostamento delle lancette indietro di sessanta minuti per il ritorno dell’ora “solare” - programmata tra le 2 e le 3 della notte a cavallo tra sabato e domenica - più che la possibilità di dormire un poco di più, secondo alcuni studi medici, darebbe uno scossone non indifferente al nostro metabolismo con risultati non sempre positivi. Così come, se non peggio, con il passaggio all’ora “legale” in primavera. Numerose ricerche internazionali, alcune sostenute anche dalla Società italiana di medicina ambientale, hanno evidenziato come questi cambiamenti repentini delle abitudini agiscano come piccoli “jet lag”, con effetti notevoli sulla nostra salute.

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Non solo benefici per la nostra salute
Secondo i medici, infatti, durante questi periodi si manifestano problemi fisici come difficoltà a prendere sonno, frequenti risvegli notturni e stanchezza mattutina. Uno studio condotto in Austria, invece, ha rivelato un aumento del 3% nella mortalità dovuta agli incidenti stradali nella settimana successiva al cambio orario ma, in questo caso, particolarmente in primavera. Questa crescita percentuale, infatti, potrebbe essere correlato alla sonnolenza causata dallo spostamento delle lancette che, nella fattispecie, farebbe perdere sessanta minuti di sonno. Il mantenimento della sola ora “legale” potrebbe anche garantire un’ora di luce in più nel pomeriggio, facendo risparmiare non soltanto sulle bollette e le spese energetiche. Questo, infatti, comporterebbe non solo un aumento dei livelli di serotonina, che migliora l’umore, ma anche una maggiore esposizione alla vitamina D. Senza contare che, con un’ora di luce in più, molte più persone potrebbero dedicarsi ad attività sportive e relazioni sociali, migliorando ulteriormente il loro benessere generale. Domenica, dunque, guadagneremo un’ora di sonno, la mattina ci sarà più luce ma il pomeriggio farà buio prima. C’è chi ne risente non solo per una giornata, ma anche per diverse settimane. Si tratta del cosiddetto “ritmo circardiano”, il nostro orologio biologico, che può trovarsi in difficoltà di fronte ad un cambiamento non graduale. E gli effetti possono farsi sentire anche sull’umore.

Come evitare il "jet leg" secondo la "Regola del 3-2-1"
C’è un sistema per regolare il ciclo tra il sonno e la veglia, che può tornare utile nel cambio dell’ora. La cosiddetta “Regola del 3-2-1” messa a punto dal professore e direttore del dipartimento di Medicina interna della Wayne State University School of Medicine di Detroit, M. Safwan Badr in tre semplici principi: smettere di mangiare tre ore prima di andare a letto, poiché la digestione può interferire con il sonno, smettere di lavorare due ore prima del solito e smettere di usare dispositivi elettronici, come tablet, telefoni e computer, un’ora prima di dormire, per favorire la produzione di melatonina, l'ormone che concilia il sonno.


Bollette più care
L’ora solare resterà in vigore fino al weekend tra il 30 e il 31 marzo, quando nella notte tra sabato e domenica le lancette dovranno essere spostate un’ora in avanti, un passaggio introdotto in Europa dal 1966 e che, secondo un recente studio di Conflavoro Pmi, farebbe risparmiare 2,7 miliari di euro l’anno. Terna Spa, società di distribuzione di energia elettrica, ha spiegato che grazie all’ora legale dal 2004 al 2022 nel nostro Paese il risparmio sul consumo di energia elettrica è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di Kwh e ha comportato un risparmio di circa 2 miliardi di euro. Da qui la proposta di abolire il “cambio dell’ora” approdata in Commissione europea nel 2018 e approvata dal Parlamento europeo nella prima metà del 2019. Da allora però non c’è stato nessun avanzamento dal momento che la direttiva rinviava ai singoli Stati la scelta su come comportarsi. E, almeno per ora, ma per nessun Paese ha preso una decisione in merito.

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