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L'indagine

Chiuso il caso dell'ex modella morta nel canale: «Ma c'è ancora qualcosa che non torna»

Polina Kochelenko è morta il 16 aprile 2021: la Procura è sicura di aver capito cosa sia successo

Polina

Non è stato un omicidio ma un tragico incidente: con questa tesi il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, annuncia la chiusura dell’inchiesta sulla morte di Polina Kochelenko, la 35enne torinese morta nelle campagne di Valeggio, nel Pavese.
Era il 16 aprile 2021: pochi mesi prima l’ex modella di origine russa aveva lasciato il Canavese per trasferirsi in Lombardia e portare avanti la sua doppia carriera di criminologa ed educatrice cinofila. Quel giorno, però, fu trovata senza vita in un canale: qualcuno l’ha uccisa? La famiglia era convinta di sì, tanto da portare avanti un’indagine parallela e far riaprire l’inchiesta. Che ora è stata richiusa.

Polina (a destra) insieme alla mamma, Alla

Secondo gli inquirenti, la ragazza è annegata dopo essere entrata nel canale di sua volontà, probabilmente nel tentativo di salvare il cucciolo di pastore tedesco che le era scappato. Come quello che è stato trovato senza vita in una diramazione del canale: «Ma non è stato accertato che si trattasse proprio di quel cucciolo. E manca all’appello un altro cane» fa notare Claudio Ghini, l’investigatore che ha affiancato la famiglia di Polina e l’avvocato Tiziana Barrella. Che poi concede: «Stavolta l’indagine della Procura è stata accurata, non c’è più nulla da scavare e obiettare. A meno che qualcuno si faccia avanti per raccontare qualcosa che al momento non è emerso».
L’autopsia ha escluso segni di colluttazione sul corpo della ragazza, smentendo così l’ipotesi di un’aggressione per motivi economici o sessuali: i segni sul cadavere, secondo il medico legale, sono dovuti agli urti con il fondo del canale o con oggetti incontrati nel tragitto. E non c’erano segni di aggressione neanche su vestiti e oggetti che si era tolta prima di entrare in acqua: «Si è immersa per salvare il cucciolo ma ha sottovalutato la forte corrente e l’improvviso abbassamento del fondale».

Neppure gli approfondimenti sulla vita e sulle frequentazioni di Polina hanno fatto emergere sospetti: «Conduceva una vita tranquilla, dedita principalmente alla cura dei suoi cani, senza frequentazioni strane o timori per la propria incolumità».

Si era parlato di un “uomo con la monovolume azzurra” che avrebbe dormito da Polina la notte prima della sua scomparsa: «Era un suo amico di vecchia data». Lo stesso che era al telefono con lei fino alle 17.39 di quel 16 aprile, quando lei ha troncato la chiamata per rincorrere il cucciolo (uno dei sei cani che stava portando a spasso in quel momento). E che era andato da Polina solo una volta, tre mesi prima.


«Non risulta che altri uomini abbiano frequentato quella casa dopo la fine della precedente relazione, come confermato dai vicini. E la frequentazione con un suo collega sposato, segnalata da alcuni amici, non è stata confermata: le chat WhatsApp riguardavano solo l’ambito lavorativo». Ecco, le chat: la Procura sottolinea che non è stato possibile acquisirle perché cancellate dai familiari prima che venissero analizzate. Così come non sono risultate quelle modifiche al profilo Facebook di cui si era parlato inizialmente: «Nelle sue ultime ore di vita, Polina pensava alla ricerca di una nuova auto e al suo lavoro di istruttrice cinofila: tutto ricostruito senza elementi di sospetto».

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