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Il borghese
15 Novembre 2023 - 05:45
La Repubblica fondata sul lavoro
C’è una donna che ha preso sul serio un parolone che la politica ripete da anni, ma senza fare nulla. Il termine è quello della semplificazione, nemica giurata della burocrazia. La donna è l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino che, senza volerle mancare di rispetto, ha preso la ramazza in mano e ha fatto piazza pulita. C’è voluto un anno, ma alla fine la sua legge sul lavoro e la formazione ha visto la luce e per strada ha lasciato 10 leggi regionali che recitavano tutto e il contrario di tutto, e 130 articoli che sono stati abrogati. Chiorino ha fatto il “miracolo”, accorpando in soli 64 articoli, tutte le disposizioni regionali in materia. Poi, per carità, avranno pure le loro ragioni i consiglieri Pd e alla sinistra del Pd, quando esprimono i loro timori perché il nuovo testo unico consente al mondo profit di fare il suo ingresso in ambito formativo.
ELENA CHIORINO
Ma Chiorino non è di sinistra e ovviamente ha impresso alla sua legge un’impronta liberale (non liberista), coerente con la sua posizione politica e ideologica. Certo è che l’operazione che l’ha vista protagonista, rappresenta un esempio legislativo moderno, dinamico, agile, liquido, molto distante dai provvedimenti “Rococò” tanto cari all’unico e autentico “potere forte”, quello della burocrazia. Ma anche volendo prendere a cuore le eccezioni della sinistra, viene da sorridere perché, proprio sulla formazione (profit o no profit), si è sempre puntato per occupare posti che in tale ambito rappresentavo voti, sia nei vecchi uffici di collocamento, nei centri per l’impiego e attraverso cooperative e associazioni, bianche, nere o rosse che fossero. Tant’è che le opposizioni non se la sono proprio sentita di fare muro e in 12 si sono astenuti (6 non hanno partecipato alla votazione in aula) e la legge, passata con 25 sì, è stata proclamata tale dal presidente Stefano Allasia. «Basta navigare a vista - ha dichiarato Elena Chiorino -, finalmente abbiamo una strada da percorrere avendo a disposizione tutti gli strumenti adeguati. Siamo tra le prime Regioni in Italia a regolamentare le politiche per lo sviluppo delle competenze, l’occupazione e l’inclusione attraverso un quadro normativo strategico, programmatico e di governance. Questa legge è l’occasione per dare al Piemonte un’impronta nuova, un obiettivo ambizioso, ma al passo con le esigenze delle persone e del mondo produttivo, in un’ottica di perfezionamento di un sistema già solido e strutturato».
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La legge, però, Chiorino non l’ha scritta da sola, «ma è il risultato di un ampio processo di confronto che ha consentito di accogliere le numerose sollecitazioni di tutto il partenariato sociale e istituzionale. L’ attuazione di questa legge prevede il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, dell’Anci e delle associazioni. Si tratterà di un importante lavoro corale, nel rispetto delle proprie competenze e prerogative». Dichiarazioni di voto scontate, «questa legge è stata l’occasione per un’importante semplificazione normativa. Inoltre è attenta alla dignità del lavoro e alla persona», hanno detto Carlo Riva Vercellotti (FdI) e Paolo Ruzzola (FI). Monica Canalis (Pd), Silvana Accossato (Luv) si sono mostrate perplesse di fronte a un «un testo privo di un reale impulso politico, con rischi di natura culturale e gestionale». Più possibilista Francesca Frediani (M4o-Up) che giudica «importante il riferimento alla responsabilità sociale delle aziende».
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