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Il borghese

Lavoro: una nuova legge per il Piemonte che sulla formazione, apre ai privati

Il provvedimento voluto dall'assessore Elena Chiorino. All'interno il link del testo integrale

La Costituzione

La Repubblica fondata sul lavoro

C’è una donna che ha preso sul serio un parolone che la politica ripete da anni, ma senza fare nulla. Il termine è quello della semplificazione, nemica giurata della burocrazia. La donna è l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino che, senza volerle mancare di rispetto, ha preso la ramazza in mano e ha fatto piazza pulita. C’è voluto un anno, ma alla fine la sua legge sul lavoro e la formazione ha visto la luce e per strada ha lasciato 10 leggi regionali che recitavano tutto e il contrario di tutto, e 130 articoli che sono stati abrogati. Chiorino ha fatto il “miracolo”, accorpando in soli 64 articoli, tutte le disposizioni regionali in materia. Poi, per carità, avranno pure le loro ragioni i consiglieri Pd e alla sinistra del Pd, quando esprimono i loro timori perché il nuovo testo unico consente al mondo profit di fare il suo ingresso in ambito formativo.

ELENA CHIORINO

Ma Chiorino non è di sinistra e ovviamente ha impresso alla sua legge un’impronta liberale (non liberista), coerente con la sua posizione politica e ideologica. Certo è che l’operazione che l’ha vista protagonista, rappresenta un esempio legislativo moderno, dinamico, agile, liquido, molto distante dai provvedimenti “Rococò” tanto cari all’unico e autentico “potere forte”, quello della burocrazia. Ma anche volendo prendere a cuore le eccezioni della sinistra,  viene da sorridere perché, proprio sulla formazione (profit o no profit), si è sempre puntato per occupare posti che in tale ambito rappresentavo voti, sia nei vecchi uffici di collocamento, nei centri per l’impiego e attraverso cooperative e associazioni, bianche, nere o rosse che fossero. Tant’è che le opposizioni non se la sono proprio sentita di fare muro e in 12 si sono astenuti (6 non hanno partecipato alla votazione in aula) e la legge, passata con 25 sì, è stata proclamata tale dal presidente Stefano Allasia. «Basta navigare a vista - ha dichiarato Elena Chiorino -, finalmente abbiamo una strada da percorrere avendo a disposizione tutti gli strumenti adeguati. Siamo tra le prime Regioni in Italia a regolamentare le politiche per lo sviluppo delle competenze, l’occupazione e l’inclusione attraverso un quadro normativo strategico, programmatico e di governance. Questa legge è l’occasione per dare al Piemonte un’impronta nuova, un obiettivo ambizioso, ma al passo con le esigenze delle persone e del mondo produttivo, in un’ottica di perfezionamento di un sistema già solido e strutturato».

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IL TESTO COMPLETO DELLA LEGGE

La legge, però, Chiorino non l’ha scritta da sola, «ma è il risultato di un ampio processo di confronto che ha consentito di accogliere le numerose sollecitazioni di tutto il partenariato sociale e istituzionale. L’ attuazione di questa legge prevede il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, dell’Anci e delle associazioni. Si tratterà di un importante lavoro corale, nel rispetto delle proprie competenze e prerogative». Dichiarazioni di voto scontate, «questa legge è stata l’occasione  per un’importante semplificazione normativa. Inoltre è attenta alla dignità del lavoro e alla persona», hanno detto Carlo Riva Vercellotti (FdI) e Paolo Ruzzola (FI). Monica Canalis (Pd), Silvana Accossato (Luv) si sono mostrate perplesse di fronte a un «un testo privo di un reale impulso politico, con rischi di natura culturale e gestionale». Più possibilista Francesca Frediani (M4o-Up) che giudica «importante il riferimento alla responsabilità sociale delle aziende».

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