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Il Borghese

La città difende Israele. La bandiera bruciata è quella dei torinesi

Il sindaco Lo Russo: «Gesto terribile» - La comunità ebraica: «Abbiamo paura». Acquistando il giornale in edicola in regalo la bandiera israeliana

Con Israele

I torinesi a finaco degli israeliani

La Torino che amiamo è al fianco di Israele. Questo giornale lo scrive a chiare lettere nelle pagine centrali dell’edizione di oggi. Lo scriviamo con la convinzione che la quasi totalità di chi vive qui lo pensi davvero. Tutto ciò nonostante la propaganda contraria e il silenzio complice degli ignavi. Il silenzio che è stato terreno fertile sul quale si è consumato l’Olocausto, il silenzio di chi rivolge sempre lo sguardo dall’altra parte. Ma non tutta la città la pensa così. Fa specie vedere la Mole Antonelliana illuminata d’azzurro, ma che proietta quella scritta «Free Palestina, Free Gaza» che non è uno slogan di pace, ma il vulnus che mina l’esistenza stessa dello Stato di Israele. 

INCAPPUCCIATI BRUCIANO LA BANDIERA DI ISRAELE

Gli italiani, i torinesi sanno distinguere la propaganda, che in tempi di guerra è l’arma in più degli eserciti o delle bande di terroristi, dall’autentica ricerca di una pace vera e possibilmente duratura. Si può facilmente cadere nel tranello, è sufficiente utilizzare quel termine “genocidio” per cancellare le immagini, ancora nei nostri occhi, delle vittime del 7 ottobre e il pensiero di 400 persone in ostaggio, di cui non si immagina il destino. La Mole continua a proiettare uno sloga di pace che si trasforma in urlo di guerra, mentre gli incappucciati come terroristi di Hamas, bruciano nel cuore di Torino la bandiera di Israele. Ogni sabato pomeriggio, poi, la città si trasforma nel luogo più accogliente per manifestare e non per ricordare gli “scudi umani” mandati al macello da Hamas. Si condanna Israele per negare il suo diritto di esistere e di reagire anche alle più violente e sordide carneficine.

IL RABBINO CAPO DI TORINO ARIEL FINZI

Una città, Torino, dove una maggioranza silenziosa la pensa allo stesso modo, ma dove chi urla di più si conquista l’onore della prima pagina. Una città dove gli ebrei, che qualcuno vorrebbe marchiare come nel 1938 in Germania, cominciano a sentirsi insicuri. Ieri, il rabbino capo Ariel Finzi, rigorosamente ligio al silenzio del sabato, ha rimandato il suo pensiero ad una nota della comunità ebraica subalpina: «Abbiamo assistito sbigottiti all’occupazione illegale di Palazzo Nuovo da parte di collettivi studenteschi che hanno organizzato un convegno di sostegno ai palestinesi con slogan che mirano alla cancellazione dalla carta geografica dello Stato di Israele, con l’intervento di una nota terrorista e con la proiezione dal tetto della sede universitaria sulla facciata della Mole Antonelliana di scritte vergognose contro Israele. La comunità auspica che rispetto a questi inaccettabili episodi venga assunta una ferma posizione di condanna». Sbigottiti, ecco come si sentono i torinesi di religione ebraica, mentre in strada si bruciano le bandiere di Israele e una ragazza parlando al megafono nel corso della manifestazione pro Palestina che si è svolta ieri, si assume la paternità del gesto, anche se le indagini della Digos sembrano guardare altrove, senza farsi influenzare da gesti o parole di propaganda.

IL SINDACO STEFANO LO RUSSO

Non resta muta la politica: «Si è trattato di un fatto gravissimo - dice il sindaco della città Stefano Lo Russo -. Il diritto alla manifestazione è sempre legittimo e peraltro mi risulta che i cortei di sabato si sono svolti pacificamente, ma episodi come quello avvenuto venerdì non devono più verificarsi. Testimoniamo la nostra solidarietà alla comunità israeliana per questo gesto terribile». Aggiunge il presidente della giunta regionale Alberto Cirio: «Un gesto inqualificabile. Rispetto sempre le idee di tutti, anche quelle più lontane dal mio punto di vista, ma trovo che sia inaccettabile che qualcuno bruci un manifesto o una bandiera». Solidarietà alla comunità ebraica anche da parte del presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia: «Non posso che condannare con forza quello che è avvenuto, con cori e gesti vergognosi e inaccettabili: bruciare bandiere e manifesti è esclusivamente sinonimo di pochezza di contenuti».

L'IMAM SEIKH MOHAMED 

Anche un Imam, Seikh Mohamed, coordinatore della Moschea Ibn al Khattab di Porta Nuova, usa parole di condanna verso il gesto anti ebraico: «Sono contrario - dice - a tutto ciò che è illegale. Quindi non sono certo contento del gesto che è stato compiuto ieri. Noi abbiamo sempre raccomandato ordine e pace durante le nostre manifestazioni». Dunque, la bandiera di Israele ha trovato anche a Torino i suoi difensori.

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ALBERTO CIRIO

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