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La giornata

Sequestri e tensioni in Val di Susa: denunciati sessanta No Tav

Stamattina la polizia chiuso i presidi dei Mulini e di San Didero

Sequestri e tensioni in Val di Susa: denunciati sessanta No Tav

Prima è partito il sequestro dei presidi No Tav di San Didero e ai Mulini, in Val Clarea. Poi sono scattate le denunce per 60 attivisti del movimento che combatte contro l’Alta velocità Torino-Lione, che in serata ha reagito con una doppia manifestazione intorno ai due presidi sequestrati. A Giaglione, alcune decine di attivisti, tra cui alcuni militanti del centro sociale Askatasuna, hanno provato a oltrepassare i blocchi delle forze dell'ordine. L'obiettivo era quello di percorre i sentieri nei boschi che portano al presidio dei Mulini. I No Tav, nel tentativo di sfondare, si sono contrapposti agli agenti dei reparti mobili che li hanno spinti via con gli scudi, poi si sono allontanati. In seguito, alcuni attivisti hanno tolto i sigilli e rimosso le recinzioni dal presidio di San Didero, cui la polizia ha risposto lanciando fumogeni.

E’ stata una giornata particolarmente calda in Val di Susa, dove i poliziotti hanno eseguito un provvedimento richiesto dal pubblico ministero Davide Pretti e accolto dal giudice per le indagini preliminari Ombretta Vanini. La Gip ha disposto il sequestro preventivo dei presidi No Tav di San Didero e dei Mulini. A questi si è aggiunto l’area del vicino Sentiero della Gallie, che occupa terreni interessati dal cantiere della futura Alta velocità.
A seguire la polizia ha notificato una sessantina di denunce per danneggiamenti, violenze a pubblico ufficiale e lancio di materiale esplodente. I fatti contestati si riferiscono in particolare agli attacchi avvenuti durante il Festival Alta Felicità, che si è svolto quest’estate in Val di Susa.

In quei giorni gruppi di incappucciati attaccarono in diverse occasioni i cantieri di Chiomonte e San Didero, lanciando sassi, bombe carta e razzi contro le forze dell’ordine. A causa degli scontri venne chiuso il tratto autostradale dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, furono danneggiate le recinzioni dei cantieri e si registrarono feriti tra polizia e carabinieri.

Pochi giorni dopo ci fu un blitz della Digos della polizia nei presidi dei Mulini e a San Didero, dove vennero sequestrati scudi di plexiglass, rampini, tronchesine, tubi per lanciare razzi, bombe carta, petardi e materiale infiammabile. Tutto materiale che, secondo gli investigatori, era stato utilizzato negli attacchi: secondo gli inquirenti, infatti, i due presidi erano le basi logistiche e operative da dove i gruppi partivano e si organizzavano per gli assalti. Per gli investigatori dietro ai disordini c’era la regia di Askatasuna, il centro sociale di Torino di cui alcuni attivisti sono attualmente sotto processo per associazione per delinquere.



«Dopo la posa di sigilli e reti da cantiere attorno ai presidi, è partita un’opera di vera e propria devastazione del territorio che lascia intendere la volontà di allargare del cantiere di Chiomonte - replicano via social network i No Tav - Il sequestro è ora giustificazione per devastare la montagna? Si tratta di un attacco nei confronti del movimento tutto, alla possibilità di ritrovarsi e condividere i momenti della lotta e della socialità collettiva, colpendo i luoghi simbolo del movimento No Tav. Ovviamente non possiamo accettarlo». Per questo, sempre attraverso Facebook, è partita la chiamata per una doppia manifestazione di risposta, quelle di ieri sera, cui seguirà una grande iniziativa l’8 dicembre.

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