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La manifestazione

Ottomila in marcia contro la violenza sulle donne: «Giulia è stata l’ultima»

Il corteo di "Non una di meno" sfila anche per il centro di Torino tra fumogeni e slogan: "Ci uccide il patriarcato"

Ottomila in marcia contro la violenza sulle donne: «Giulia è stata l’ultima»

Foulard fucsia al collo, segni rossi sotto le guance. Almeno in 8mila si sono dati appuntamento in piazza Carlo Felice, occupando pressoché l’intero piazzale e il corso davanti a Porta Nuova. Donne e uomini, in piazza per manifestare contro la violenza di genere e i femminicidi dietro lo striscione “Non una di meno”. “Giulia è stata l’ultima”, si legge su molti cartelli che, oltre agli slogan diventati tristemente popolari negli ultimi giorni, mostrano anche i ritratti sorridenti di chi è poi stata assassinata, magari dal proprio compagno, se non da un padre o da un parente.

Da Torino a Milano, passando per Roma e fino a Messina, la marea dei manifestanti sembra comporre un unico corteo che attraversa l’Italia. Fumogeni e musica tentano di alleggerire un clima tutt’altro che gioioso. Non c’è nulla, infatti, che ricordi una festa o una parata. Una marcia veloce, spesso arrabbiata. Come sotto le finestre della sede Rai, dove ad una sola voce si urlavano i nomi di Giulia, Annalisa, Rita, Francesca, Patrizia e molte, troppe, donne uccise. “Se domani non torno brucia tutto!” , “Ci uccide il patriarcato” e “Se cado io ci sei tu”.

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