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VAL DI SUSA

No Tav, un altro 8 dicembre in corteo. E oggi “assalto” al presidio sequestrato

Presentata ieri la tradizionale manifestazione del movimento: quest’anno sarà da Susa a Venaus

no tav

Una grande marcia l’8 dicembre ma già oggi, in realtà, i No Tav torneranno a farsi sentire in Valle di Susa.

Il movimento ha presentato ieri l’ormai tradizionale appuntamento con la manifestazione dell’8 dicembre, che quest’anno assume un valore simbolico maggiore in quanto arriva proprio dopo la recente operazione della polizia che ha messo i sigilli al presidio di San Didero e a quello dei Mulini, in quanto ritenuti la “base” in cui si sono organizzati i violenti attacchi ai cantieri dell’alta velocità. Non a caso, ieri mattina, gli attivisti hanno presentato l’iniziativa dell’8 dicembre proprio di fronte al presidio di San Didero - di cui sono poi stati simbolicamente rotti i sigilli - prima che una sparuta ma rumorosa rappresentanza di donne del movimento celebrasse il 25 novembre a modo loro: con un “cacerolazo” (battendo cioè casseruole e coperchi) di fronte ai cancelli del cantiere.

Questo è il 18° 8 dicembre consecutivo che sarà trascorso in strada dal popolo No Tav. La prima manifestazione risale infatti al 2005, pochi giorni dopo gli scontri di Venaus che segnarono, di fatto, la fine del progetto “originale” della Torino-Lione, poi sostituito da quello -meno impattante - attualmente in corso di realizzazione. Quest’anno il percorso tornerà a essere quello che va proprio da Venaus a Susa, lungo la statale 25.

Difficile prevedere se la manifestazione si svolgerà pacificamente e se sarà il pretesto per l’ennesimo assalto ai cantieri. Ma in realtà la preoccupazione per l’ordine pubblico è già viva oggi, visto che i No Tav hanno annunciato un «pranzo ai Mulini», cioè all’altro presidio messo sotto sequestro da procura e forze dell’ordine: «Percorriamo i sentieri della Val Clarea - è l’invito comparso sui social di riferimento del movimento - per ribadire la libertà di attraversare il nostro territorio e la determinazione nel difenderlo». L’appuntamento è alle 13 e il rischio di “contatti” tra manifestanti e forze dell’ordine non è da escludere.

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