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L'Investor Day

Folle ipotesi: Tavares non resta? La risposta di John Elkann

Il ruolo del Ceo e la strategia di investimento dei prossimi anni, dal lusso alla sanità

Ecco perché Elkann e Tavares chiedono ancora soldi allo Stato

E se, tra tanti esodi volontari e incentivati, Stellantis volesse “salutare” anche il proprio amministratore delegato, Carlos Tavares, ossia l’ispiratore del piano industriale Dare Forward e della svolta elettrica e ambientale? Scenario fantascientifico, certo, ma alla domanda sul possibile rinnovo di contratto di Tavares - sui cui emolumenti, nei mesi passati, il cda si era espresso duramente - John Elkann ha risposto: «Ha un contratto, non commento». Quasi una risposta da calciomercato.

Risposta, data nell’ambito dell’Investor Day di Exor, dove, dopo un commento sul tavolo dell’automotive per Stellantis e le questione Juve e Ferrari, John Elkann ha affrontato il tema del futuro della holding. «Siamo pronti a valutare opportunità di investimenti nei settori di nostro interesse - sanità, lusso e tecnologie - e che riguardano anche le nostre società, con grande attenzione alla nostra disciplina nella gestione del capitale e del debito».

«II debito - ha spiegato Elkann - è diminuito a 3,7 miliardi. Stiamo cercando di guardare come possa continuare a diminuire anche nei prossimi anni, è uno degli obiettivi che c’eravamo dati quattro anni fa. Il debito rimane un punto di grande attenzione. Con tassi di interesse alti il nostro debito ha scadenze lunghe e ben distribuite. La gestione del debito è una nostra priorità e siamo soddisfatti della nostra posizione attuale». E anche se Philips, di cui Exor ha acquisito il 15%, è stata finora una batosta per i conti, Elkann è convinto che sia «nell’interesse del Gruppo».

E poi, ancora, «Exor non valuta lo spostamento della quotazione di Stellantis», rispondendo alla domanda se possa essere seguita la stessa strada di Cnh Industrial che ha lasciato Milano per quotarsi solo a New York. E allo stesso modo, nessuna intenzione di spostare la sede legale dall’Olanda, come peraltro aveva detto anche Tavares, l’altra settimana, in merito a una presunta instabilità politica del Paese, dopo le ultime elezioni. «Non abbiamo indicazioni che ci facciano immaginare che l’Olanda non sia un Paese stabile come lo è stato finora, rimaniamo convinti che sia un paese conveniente dal punto di vista delle leggi societarie e come base per società come le nostre che hanno interessi globali. Non è un tema fiscale».

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