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Il personaggio finito nei guai

Ecco chi è il Gran Maestro della Massoneria che faceva affari con le cosche

Commercialista, avrebbe tenuto i rapporti tra boss, banche, finanziarie e amministrazioni pubbliche, ottenendo bonus e l'applicazione del "decreto ristori" alle attività gestite dalla 'ndrangheta

Il Gran Maestro

Saverio Delli Paoli

Tra i professionisti finiti nei guai per le estorsioni al Caat, spicca la figura di Saverio Delli Paoli, 64 anni, originario di Biella ma residente a Rivoli, ex Maestro venerabile della Loggia Grande d’Italia di cui sostiene di fare ancora parte: «Ho un ruolo importante in un organismo, si chiama massoneria, ho contribuito alla fondazione». In passato l'uomo si era affacciato anche in politica, militando nll'Udc. L’accusa per lui è concorso in truffa. «Delli Paoli avrebbe – secondo i pm Paolo Toso e Francesco Pelosi - consentito al boss Francesco Napoli (morto proprio per Covid, un anno fa Ndr.) di incamerare aiuti

economici da banche e dallo Stato attraverso i “decreti ristori” e il “decreto sostegni” erogati tra novembre 2020 e marzo 2021. «Il commercialista ha simulato di fronte alla Banca Cr di Asti – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dal nucleo di polizia economica della Guardia di Finanza di Torino – che l’amministratore di una società (“Il Timone srl”) fosse tale Giuseppina Parasporo occultando che l’effettivo titolare fosse Francesco Napoli, figura apicale del locale di Natile di Careri radicato da decenni a Torino. Napoli, condannato nell’operazione Minotauro del giugno 2011, aveva finito di scontare la pena in carcere per associazione di stampo mafioso. E visti i precedenti «non avrebbe potuto beneficiare di mutui, finanziamenti agevolati e aiuti erogati dallo Stato alle attività imprenditoriali». 

La contiguità tra alcune logge massoniche e le cosche non è una novità. Il 22 dicembre 2017 2017 la Direzione Nazionale antimafia affermava per la prima volta l'enorme interesse di Cosa Nosta e 'ndrangheta e per la Massoneria deviata, indicando inoltre 193 persone che avevano una doppia appartenenza, di cui 122 del Grande Oriente d'Italia, 58 della Glri, 9 del Gli e 4 della Serenissima. 

TUTTI I PRECEDENTI

  • Il 7 novembre 2012 da un'inchiesta della DDA di Catanzaro emerge il presunto coinvolgimento della cosca per i lavori di ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo e la messa in opera a Roma della rete di fibre ottiche per internet e del coinvolgimento con Paolo Coraci fondatore di una loggia massonica che avrebbe chiesto il sostegno elettorale per D'Ambrosio in cambio di appalti nel LazioLombardia e Veneto. Nello stesso anno l'inchiesta Saggezza della DDA di Reggio Calabria è emerso che il legame con la massoneria italiana sarebbe molto forte, al punto di costituire una via di infiltrazione ai vertici apicali della politica e dell'economia italiana, oltre alla promozione di tre questure - due al Sud e una al Nord - a livello di direzione generale. In particolare, nel 2010 la loggia ha indicato i consiglieri di amministrazione di 15 enti pubblici, nomine poi non concretizzatesi. Le operazioni erano agevolate dal movimento Liberi e Forti, fondato da Coraci nel 2010, e dalla società Edil Sud di Francesco Comercpubblicazione missaria della cosca Mancuso-Tripodi.
  • Il 17 novembre 2013 il Grande Oriente d'Italia sospende per la prima volta nella sua storia una loggia, nella fattispecie la loggia Rocco Verduci con sede a Gerace, e con il tempio a Siderno per un possibile coinvolgimento di persone affiliate irregolarmente e collegate alla criminalità organizzata calabrese. La scelta della sospensione è stata presa dopo l'ultima inchiesta giudiziaria: l'operazione Saggezza, in cui furono arrestate persone affiliate sia alla 'ndrangheta che alla loggia.

  • Dall'operazione Mammasantissima del Ros dei Carabinieri conclusa il 15 luglio 2016 emergerebbe il verbale del 2014 dell'ex Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia Giuliano Di Bernardo (1990 - 1993), ora Gran Maestro della Gran loggia regolare d'Italia, il quale riferisce al pubblico ministero Giuseppe Lombardo le confidenze di Ettore Loizzo, ai tempi vice del Gran Maestro: «Nel corso di una riunione della Giunta del Grande Oriente, che io indissi con urgenza nel '93 dopo l'inizio dell'indagine del dottor Cordova sulla massoneria, a mia precisa richiesta disse che poteva affermare con certezza che in Calabria, su 32 logge, 28 erano controllate dalla 'ndrangheta. Gli dissi subito: "E cosa vuoi fare di fronte a questo disastro?". Lui mi rispose: "Nulla". Io, ancora più sbigottito, chiesi perché. Lui mi rispose che non poteva fare nulla perché altrimenti lui e la sua famiglia rischiavano gravi rappresaglie... Faccio presente che la questione calabrese era molto più preoccupante in quanto la massoneria calabrese era ben più ramificata di quella siciliana». Da luglio ha iniziato a parlare dei rapporti tra massoneria e 'ndrangheta anche il pentito nonché massone Cosimo Virgiglio. Racconta che la massoneria fortemente politicizzata si serve della criminalità calabrese per il controllo dei flussi elettorali mentre essa per il riciclaggio di denaro. Secondo il pentito la loggia di Reggio Calabria sarebbe suddivisa in due parti: una pulita e una occulta; della seconda farebbero parte gli 'ndranghetisti. Racconta anche della presenza nelle logge di esponenti dei Piromalli e dei De Stefano. La commistione tra elementi criminali, con dote di Santa e massoni in gergo massonico viene definito "varco" (in riferimento alla Breccia di Porta Pia); e tecnicamente sarebbe il mondo massonico ad entrare nelle file della 'ndrangheta.
  • Il 31 gennaio 2017 in udienza presso la commissione antimafia l'ex maestro del GOI Giuliano Di Bernardo racconta dei legami tra 'ndrangheta, Cosa Nostra e massoneria, e che il numero 1 della massoneria calabrese gli riferì che 28 logge calabresi su 32 erano infiltrate dalla 'ndrangheta.
  • Il 23 maggio 2018 nel processo Breakfast entra una informatica della Direzione investigativa antimafia in cui il pentito Cosimo Virgiglio ed ex massone racconta che la 'ndrina dei Molé attraverso l'ex ministro della Repubblica Claudio Scajola voleva arrivare ad Impregilo. Racconta inoltre dei rapporti dei Molè con la loggia coperta di Ugolini Giacomo Maria alias Grande Oriente di San Marino.

  • Il 19 dicembre 2019 si conclude l'operazione Rinascita-Scott iniziata nel 2016 che porta all'arresto di 334 persone in particolare nella Provincia di Vibo Valentia tra cui i capi e affiliati di tutte le principali locali di 'ndrangheta vibonese e alleate dei Mancuso, oltre ai Mancuso stessi. Tra gli arrestati ci sono anche esponenti politici quali Giancarlo Pittelli (ex di Forza Italia), Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo e presidente dell'ANCI in Calabria, legali tra cui colui che difende Giuseppe Zinnà indagato per ricilaggio dopo essere stato trovato al confine svizzero-italiano il 4 dicembre con un assegno da 100 milioni di euro, Filippo Nesci, dirigente dell'urbanistica di Vibo Valentia, Danilo Tripodi impiegato al tribunale di Vibo Valentia, l'imprenditore edile Prestia, il ristoratore Ferrante, ed esponenti della massoneria.

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