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Il futuro dell'automotive
03 Dicembre 2023 - 17:14
Italia addio. La nuova Panda elettrica sarà prodotta in Serbia. O almeno così dice il presidente serbo Aleksandar Vucic: "Stellantis inizierà la produzione della Panda elettrica" in Serbia. E la beffa è che l'ha detto praticamente davanti alla premier italiana Giorgia Meloni.
Il sito produttivo sarà quello di Kragujevac, che produceva la 500L, ora convertito all'elettrico. Sfumate dunque le speranze - peraltro davvero minime - di Torino e Mirafiori, che con la 500 BEV e i nuovi modelli Maserati dovrebbe rappresentare il "polo dell'elettrico". "Ogni stabilimento ha la sua mission" aveva detto nei giorni scorsi John Elkann, inaugurando l'Hub Sustainera dell'economia circolare.
La motivazione della scelta è di natura economica: produrre in Serbia costa meno e la nuova Panda elettrica, per sfidare la concorrenza, si propone di costare meno di 25mila euro. Come detto da Olivier Francois, capo del brand Fiat, la nuova Panda riproporrà "gli stessi principi delle origini. Fiat può e deve sviluppare una soluzione che metta in difficoltà i cinesi. Il concept Centoventi (da cui deriverà la Panda, ndr) va nella stessa direzione. Una vettura meno ricca, più essenziale, dove il contributo riproduca quello che è stata l'iconica Panda, meno cara delle altre".
Ironia della sorte, l'incontro a Belgrado di Giorgia Meloni era propedeutico a una politica di investimenti italiani in Serbia tramite Simest, Sace (che tempo fa diede la famosa "garanzia" miliardaria a un maxiprestito a Fca, poi restituito) e Cdp, Cassa depositi e prestiti. E per quanto sia un Gruppo globale - a trazione francese - fa comunque male vedere il principale produttore in Italia - nel senso dei marchi come Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Ferrari - delocalizzare ancora.
E intanto a Torino ci si interroga cosa riserverà questa settimana, che conduce al 6 dicembre, ossia il giorno dell’apertura del Tavolo dell’Automotive con Stellantis, il Governo e i sindacati. Nei giorni scorsi a Mirafiori è scattato il blocco della produzione alle Carrozzerie, con un migliaio di lavoratori in cassa integrazione, a causa della mancanza dei componenti necessari all’assemblaggio delle 500 BEV. Per domani, lunedì 4,, ancora da capire se gli approvvigionamenti ci sono stati o meno, un problema che da tempo sta condizionando l’operatività di tutto il Gruppo.
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