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Il borghese

I suoi primi cinquant'anni

L'Ordine dei giornalisti premia Beppe Fossati per i 50 anni di professione

La premiazione

Beppe Fossati con Stefano Tallia ed Ezio Ercole

Beppe Fossati, il direttore di TorinoCronaca, è una persona umile e mai avrebbe voluto diventare lui una notizia, e che si celebrasse la sua carriera da queste colonne. Abbiamo fatto un golpe a sua insaputa, una sorta di ammutinamento della redazione per i cinquant’anni di carriera del direttore che ieri è stato premiato dal presidente dell’Ordine dei giornalisti. Se queste parole lo faranno arrabbiare (cosa probabile), potrà cacciarci anche a pedate, ma non credo che lo farà. Non lo farà perché per alcuni di noi è un papà e per altri un fratello maggiore. Cinquant’anni sono molti, ma non per lui, tant’è che ritengo che il titolo di questo editoriale sia il più azzeccato. A Dio piacendo ci attende un altro mezzo secolo di direzione Fossati. Lo dico con assoluta convinzione e a prova riporto ciò che mi è accaduto due giorni fa.

Il direttore mi telefona alle otto del mattino e mi chiede lumi tecnici per pubblicare un articolo scritto da lui sul web. Chiunque altro a quell’ora avrebbe fatto tutt’altro: una buona colazione, la lettura di un giornale, una passeggiata prima di una giornata di lavoro. Lui no, già aveva scritto un pezzo e si stava cimentando nella complicata pubblicazione su una piattaforma informatica, nuova frontiera del giornalismo, che Beppe vuole esplorare con curiosità, come fosse il “biondino” di redazione. Questo è lui, il primo a arrivare e l’ultimo ad andare via, presente in tutte le salse, anche quando la nostra redazione è dispersa sul campo a cercare notizie e a confezionare servizi giornalistici. Lui si collega via etere, mattatore di memorabili call (termine questo che non mi perdonerà). E’ così perché viene dalla vecchia scuola, quella dei giornalisti armati di taccuino, matita, curiosità, baldanza, coraggio e con le suola delle scarpe sempre consumate. Nel suo passato professionale c’è stata la Gazzetta del Popolo dove si è fatto notare come giovane cronista “bucaiolo” (nel senso che le notizie che scriveva lui, i colleghi degli altri giornali se le sognavano di notte).

Poi il passaggio al Giornale Nuovo di Indro Montanelli che è stato per lui ciò che Beppe Fossati è per noi. Raccontano (ma forse è solo una leggenda metropolitana) che Beppe esitò prima di passare al Giornale perché Montanelli in persona lo avrebbe obbligato a tagliarsi quella lunga coda di cavallo che lo rendeva un personaggio un po’ dandy. Infatti, il giovane cronista della Gazzetta aveva giurato a se stesso di farsi crescere i capelli fino a quando non avesse preso un “buco”. Alla fine, però, l’ha spuntata Montanelli. L’ultima impresa del direttore è stata TorinoCronaca. Un azzardo, una scommessa che molti ritenevano impossibile, ma che Fossati, il suo editore Massimo Massano e tutta la redazione hanno vinto. Per non farsi mancare nulla, oggi c’è un’altra sfida che affascina il direttore, quella del web. In bocca al lupo a tutti noi, ci si rivede tra cinquant’anni.

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