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il caso

Abby uccisa e gettata in un sacco: «Voglio sapere chi ha ammazzato il mio cane»

L'appello del padrone di una cagnolina che aveva appena 2 anni: «L'hanno avvelenata»

A sinistra, la cagnolina Abby. A destra, il suo ritrovamento

A sinistra, la cagnolina Abby. A destra, il suo ritrovamento

Aveva due anni, Abby, ed era un meticcio di undici chili. Thomas, il suo padrone, l'ha cercata dappertutto per tre giorni, fino a quando non ha fatto la macabra scoperta: la sua povera cagnolina è stata uccisa e messa dentro a un sacchetto dell'immondizia, e poi abbandonata vicino alla staccionata. Lì l'ha trovata Thomas, che ha deciso di raccontare il dramma al nostro giornale: «E' stata l'esperienza più brutta della mia vita», afferma, con la voce che ancora trema dopo quanto accaduto. 

Ma cosa è successo alla povera Abby? La cagnolina è uscita di casa - a Bandito, in strada Pennaccini - poi però non è più tornata. Usciva spesso, assicura Thomas: «Ma è sempre rientrata, e anche l'ultima volta ero abbastanza tranquillo perché pensavo che sarebbe tornata a casa non appena mi avesse sentito arrivare». E invece, non è successo. Thomas e la sua fidanzata hanno cercato il cane per tre giorni, urlando a squarciagola il suo nome. Niente da fare, Abby non si trovava. Fino a quando il suo padrone non l'ha rinvenuta vicino alla pattumiera, gettata in un sacco: «Come se il mio cane fosse un rifiuto da buttare». Non aveva ferite, né segni di strangolamento. Ragione per cui, la cagnolina potrebbe essere stata avvelenata. Ma chi ha fatto del male ad Abby? Thomas un'idea ce l'ha: «Da tempo mi arrivavano voci secondo cui Abby mordeva rincorreva e addirittura mordeva le persone, anche i bambini. Niente di più falso, in due anni non ha mai fatto del male a nessuno e, anzi, giocava con gli estranei. Eppure qualcuno ha voluto farmi un dispetto. Chi? Non ho prove e non farò alcuna denuncia, ma sono certo che ad uccidere la mia cagnolina - conclude - sia stato qualcuno che sapeva quanto io tenessi a lei. E' stato un gesto vergognoso, non ho parole». 

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