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NEVE E PIOGGIA

Adesso la siccità spaventa come nel 2022. Ecco la situazione

In montagna non nevica e in pianura sono a rischio le coltivazioni agricole, Coldiretti accusa: «In due anni nessuno ha fatto nulla»

siccità

Siccità: a Torino si teme che si ripeta uno scenario simile a quello del 2022 (nella foto)

La mancanza di neve fa tremare l’agricoltura torinese. Le poche e flebili spruzzate di fine anno non hanno modificato la situazione di grave deficit sulle nostre montagne e le conseguenti preoccupazioni, più a valle, degli agricoltori.
Nelle Alpi torinesi, trovare neve sotto quota 2mila metri è un’impresa quasi impossibile. Dai 2.000 ai 2.500 metri il panorama è bianco ma non bisogna farsi ingannare: lo spessore della coltre è di appena 15-20 centimetri, ben al di sotto dei 50-60 cm che dovrebbero esserci in questo periodo.

«Secondo le segnalazioni che ci arrivano dagli agricoltori in montagna - spiega il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - siamo a meno 100% in bassa valle di Susa, val Pellice, val Chisone e meno 80% nelle valli di Lanzo e valli Orco e Soana e meno 70% in alta valle di Susa. Se non arriveranno nevicate abbondanti entro gennaio, al massimo metà febbraio, rischiamo il deficit idrico dell’annata 2022 protrattosi fino alla primavera 2023». La coltre nevosa nei mesi centrali dell’inverno è importante anche in pianura e in collina per garantire una riserva di acqua a lento rilascio in grado di inumidire il terreno in vista del “risveglio” della vegetazione di inizio marzo. Ma è l’accumulo di spesse masse nevose in alta montagna che garantisce le riserve idriche strategiche estive. Senza l'aiuto del meteo e un’abbondante coltre nevosa sopra i 2mila metri non ci sarà sufficiente acqua nei corsi d’acqua alpini e dunque nei canali irrigui di pianura da cui dipende la maggior parte della produzione di mais, di foraggio e di frutta. Ed è a rischio anche la ricarica delle falde utilizzate dai pozzi irrigui.

«Continuano a trascorrere inverni senza neve ed estati caldissime - è la constatazione del presidente di Coldiretti Torino - eppure si continuano a rimandare le opere idriche per mettere in sicurezza l’agricoltura piemontese dalla siccità. Da ben due anni chiediamo alla Regione un Piano per i piccoli invasi diffusi sul territorio in grado di trattenere l’acqua in eccesso durante le piene primaverili e durante le tempeste estive. Soprattutto chiediamo che i rinnovi delle concessioni idroelettriche regionali prevedano una destinazione ad uso plurimo delle acque dei bacini montani destinando quota di acqua al soccorso irriguo in caso di periodi siccitosi estivi. Dobbiamo fare presto, eppure non è successo nulla. Stiamo parlando di progetti che richiedono anni per la realizzazione e rischiamo di arrivare fuori tempo massimo. Per questo chiediamo che la “questione acqua” diventi centrale nei programmi elettorali delle forze politiche in vista delle prossime elezioni regionali».

pragelato

Ecco come si presenta l'area dei trampolini di Pragelato, quasi a quota 1.600 metri: solo qualche spruzzata di neve in mezzo al verde

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