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AMBIENTE

Poca neve sui monti e i fiumi già in secca: la siccità preoccupa

L'allarme nell'ultimo report di Arpa Piemonte: temperature alte e precipitazioni scarse

Il Po oggi

Così si presenta il Po a Torino oggi

Continua a preoccupare la siccità che ormai da tempo affligge il Piemonte e che, con il passare del tempo, a causa dei cambiamenti climatici in atto, sembra destinata a diventare più la regola che l’eccezione. A confermarlo, i dati diffusi dall’Arpa Piemonte proprio oggi, che confermano come il 2023 sia stato il secondo anno più caldo - dopo il 2022 - dal 1957 a oggi anche se le precipitazioni, soprattutto nei mesi centrali dell’anno, sono state meno avare.

La temperatura media annuale in Piemonte è stata superiore di 1.3 gradi rispetto a quella dei 30 anni compresi tra 1991 e 2020. Il giorno più caldo del 2023 è stato il 23 agosto che è anche il terzo giorno più caldo sul Piemonte dal 1958, alla pari con l’11 agosto 2003 e dietro il 27 e 28 giugno 2019.

Sul fronte delle precipitazioni, il 2023 ha registrato una media di 944 mm, con una anomalia negativa dell’8% rispetto alla norma del periodo 1991-2020. Le precipitazioni sono state molto scarse fino ad aprile (appena 77 mm) per poi riassestarsi sulla media (425 mm) a metà giugno grazie soprattutto alle abbondanti piogge di maggio. L’estate ha avuto precipitazioni sporadiche con diversi eventi molto intensi e localizzati mentre autunno e inizio di inverno sono tornati asciutti.
Il risultato, al netto della nevicata che proprio ieri ha finalmente imbiancato le nostre montagne, è sotto gli occhi di tutti: «Questa scarsità di precipitazioni nella fase finale dell’annata, associata alle alte temperature di dicembre - spiegano da Arpa - ha contributo ad assottigliare notevolmente il manto nevoso, tanto che sulle Alpi settentrionali ed occidentali la situazione attuale si verifica non più di 1 anno su 4, mentre sui rilievi meridionali siamo a livello dei minimi storici». I fiumi ovviamente sono lo specchio di quanto avviene in montagna: attualmente tutti i bacini idrografici piemontesi, ad eccezione della Dora Baltea, presentano un deficit idrico, particolarmente significativo sul Tanaro (-74%), sul Varaita (-60%) e sul Sesia (-62%). Il Po invece si attesta al -58%.

Il bilancio finale? «Complessivamente la situazione idrica in Piemonte a fine 2023 è in lento peggioramento, a causa principalmente della diffusa scarsità di neve, in particolare sui rilievi meridionali della regione e quindi con portate fluviali in sofferenza, anche oltre la norma del periodo». Insomma, se gennaio e febbraio non ci regaleranno una netta inversione di tendenza, il rischio di un’altra stagione calda alle prese con la siccità è molto reale.

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