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La denuncia
08 Gennaio 2024 - 06:30
La torinese La Myss
Pochi secondi, una battuta e poi la raffica di calci e pugni: «Vai in giro con maschera e parrucca bionda, cosa ti aspetti?» avrebbe detto una ragazza durante l’aggressione a “La Myss”, giovane torinese che lavora nei locali come sosia della cantante Myss Keta. «E’ stato un attacco omofobo» replica l’artista all’uscita dall’ospedale Gradenigo, dov’è stata trasportata in ambulanza insieme ai due amici presi a botte.
E’ successo tutto intorno alle 4 della scorsa notte in piazza Vittorio Veneto, pieno centro di Torino. E ormai ostaggio dei branchi di giovanissimi che tormentano chi esce dai locali con scippi e aggressioni: «Stavamo accompagnando dei ragazzi a prendere il bus alla pensilina in mezzo alla piazza» esordiscono Matteo, Dennis e La Myss, che chiede di mantenere il suo nome d’arte. Poi racconta: «Avevo due bicchieri in mano, me ne hanno sfilato uno e poi me l’ hanno tirato addosso. Quindi mi hanno accerchiato e spintonata fino a farmi cadere a terra. A quel punto mi hanno presa a calci e pugni, con la parrucca che ha un po’ attutito i colpi». In tutto c’erano 15 ragazzi nella baby gang: «Almeno un paio erano femmine ed è stata una di loro a dirmi che devo aspettarmelo se giro così - puntualizza la giovane aggredita - Ne avevo 4 addosso ma sono riuscita a gattonare via e mettermi in salvo mentre altri picchiavano i miei amici con una ferocia mai vista. Alla fine eravamo pieni di tagli e uno aveva la faccia piena di sangue. Per fortuna qualcuno ci ha aiutato».
Altri membri del gruppo de La Myss sono riusciti a fermare un’auto dei carabinieri: «Alla fine c’erano otto pattuglie mentre noi venivamo portati via in ambulanza» riportano Dennis e Matteo. Che sono convinti sia stata un’aggressione mirata: «Ci avevano puntato, è stato di sicuro un attacco a sfondo omofobo perché hanno visto me - interviene l’artista - Lo conferma quello che mi hanno detto. E non è neanche la prima volta: avevano già provato ad aggredirci la notte fra il 2 e il 3 dicembre. Stavolta ci sono riusciti».
I tre feriti andranno oggi a sporgere denuncia e sperano che le telecamere della piazza abbiano ripreso quanto successo: «Ma io non firmerò, lavoro contro l’omofobia e non smetterò certo per colpa di questa gente» conclude La Myss.
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