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Il caso

Saluto romano per la strage di Acca Larenzia per la Corte di Cassazione : «Non è reato»

Indagini della Digos e della procura di Roma dopo la commemorazione di domenica

La commemorazione

Il saluto romano

Finirà all’attenzione dei magistrati della Procura di Roma l’adunata con saluto romano avvenuta domenica nel corso dell’anniversario della strage di Acca Larenzia che il 7 gennaio del 1978 costò la vita ai tre militanti del Fronte della Gioventù Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. I tre furono uccisi davanti alla sede del Msi nello stesso luogo dove domenica pomeriggio si sono dati appuntamento centinaia di militanti di destra che hanno omaggiato le tre vittime con il saluto fascista e il grido “presente”. A piazzale Clodio è attesa una prima informativa da parte della Digos, che verrà inviata nei prossimi giorni. In questura si stanno infatti vagliano le riprese effettuate dalla polizia scientifica per indentificare i partecipanti davanti alla ex sede del Msi.

LA SEDE DEL MSI DOVE AVVENNE LA STRAGE (FOTO DELL'EPOCA)

Una volta compiuti questi primi passi, l’informativa verrà trasmessa ai magistrati che dovranno valutare se procedere con la formale apertura di un fascicolo di indagine. Verosimilmente, però, la procura archivierà anche perché, secondo una pronuncia della Corte di Cassazione del 2018, «il saluto romano se ha intento commemorativo e non violento non è reato e può essere considerato una libera manifestazione del pensiero e non un attentato alla tenuta dell’ordine democratico». Sempre in Procura arriverà una denuncia del M5s: una iniziativa per chiedere agli inquirenti di accertare «se quanto avvenuto domenica, immortalato in video e foto diventati in poche ore virali anche sui social, rientri nel reato di apologia del fascismo così come previsto dalla legge Scelba». Una fattispecie che cristallizza «quell’insieme di azioni e comportamenti diretti alla ricostruzione del partito fascista» e che venne approvata nel giugno del 1952.

IL RADUNO DI DOMENICA

L’esposto dei Pentastellati potrebbe quindi finire, eventualmente, nel fascicolo già aperto dai magistrati capitolini che potrebbero sollecitare l’acquisizione dei video. Nell’informativa le forze dell’ordine, che sono al lavoro anche sulle immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nella zona del quartiere Tuscolano, ricostruiranno complessivamente quanto avvenuto nel pomeriggio del 7 gennaio. Un evento che si celebra tutti gli anni e che anche in passato è stato al centro di violente polemiche. Una fiaccolata che culmina con il “rito del presente”. «Cercavate lo scandalo del saluto romano, o qualche rito strano per puntare il dito - afferma Francesco Todde, presidente di Gioventù nazionale Roma -. Avete trovato, però, una schiera di giovani che ogni anno si ritrovano per rinnovare il proprio giuramento nei confronti di chi questa patria l’ha veramente amata».

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