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Università di Torino, riduzione delle docenze a contratto nel bilancio 2026

Nel preventivo 2026 previsti 3,2 milioni di euro per gli incarichi esterni. Presidio dei precari della ricerca oggi davanti al Rettorato

Università di Torino, riduzione delle docenze a contratto nel bilancio 2026

Immagine di repertorio

Nel bilancio preventivo dell’Università di Torino la voce relativa alle docenze a contratto registra una riduzione significativa nel giro di due anni. Dai quasi 5 milioni di euro del 2024, si passa a circa 4 milioni nel 2025, fino ai 3,2 milioni previsti per il 2026. Si tratta di uno dei tagli più rilevanti all’interno del documento contabile approvato sotto la guida della nuova rettrice Cristina Prandi, nell’ambito di un più ampio intervento di contenimento della spesa.

La riduzione prosegue un percorso avviato già nel 2024. In occasione dell’ultimo consiglio di amministrazione dello scorso anno, l’allora rettore Stefano Geuna aveva evidenziato criticità nella gestione delle risorse umane e nell’organizzazione dell’offerta formativa, richiamando la necessità di una razionalizzazione dei corsi e degli insegnamenti attivati dai dipartimenti. Un orientamento che, secondo i dati di bilancio, trova continuità anche con l’attuale governance.

Le docenze a contratto sono incarichi di insegnamento a tempo determinato assegnati a professionisti ed esperti esterni – tra cui tecnici, specialisti di settore e operatori culturali – per coprire ambiti non presenti tra le competenze interne dell’Ateneo. Nel tempo, tuttavia, questi contratti hanno rappresentato anche una forma di impiego per una parte del personale precario della ricerca, consentendo la prosecuzione dell’attività didattica e accademica.

Il bilancio prevede riduzioni anche in altre voci. La spesa per gli esperti linguistici scende da 2 milioni di euro nel 2025 a 1,5 milioni nel 2026, mentre quella destinata a altro personale dedicato alla didattica e alla ricerca passa da 1,7 a 1,4 milioni di euro. Un insieme di interventi che ha sollevato preoccupazioni tra il personale non strutturato.

In questo contesto, oggi alle ore 12 è previsto un presidio dei precari della ricerca davanti al Rettorato, in concomitanza con la riunione del Senato accademico. La richiesta avanzata alla rettrice Prandi riguarda l’istituzione di un fondo specifico a tutela della continuità lavorativa e professionale del personale coinvolto.

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