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Il Borghese
11 Gennaio 2024 - 06:00
La seggiovia
Sono mani criminali quelle che, nella notte tra sabato e domenica scorsa, hanno cercato di tagliare le fune d’acciaio della Seggiovia Cielo Alto di Cervinia, arcinota località turistica della Valle d’Aosta. Un lavoro accurato, eseguito probabilmente da un piccolo commando di esperti alpinisti che hanno raggiunto uno dei piloni più nascosti dell’impianto di risalita e, dopo aver scalato il basamento, hanno utilizzato flessibili a batteria per intaccare la fune lacerando almeno due dei sei “trefoli” , ossia le sezioni circolari del cavo a cui sono agganciati i seggiolini dell’impianto. Un’ azione che qualcuno tra gli inquirenti ha già battezzato come “terrorismo bianco”, senza nascondere come l’attentato - perché di questo si tratta - avrebbe potuto suscitare una vera e propria strage, coinvolgendo gli sciatori che ultilizzano la seggiovia capace di trasportare mille persone all’ora.
L'INCIDENTE IN AUSTRIA
Ora, mentre le indagini sono in corso e la polizia scientifica ha già rilevato più di un’impronta sul traliccio e fotografato le tracce sul manto nevoso lasciate da sci di fondo e racchette da neve, si cerca di capire le motivazioni del gesto scellerato che è stato sventato dal sistema di allarme che protegge l’impianto e che ha impedito la ripartenza della seggiovia in un concerto di sirene che hanno rotto il silenzio della montagna. In realtà questo eco-terrorismo sul quale si sono sempre spese poche e soprattutto prudenti parole, non è nuovo alle cronache, tant’è che già nel maggio del 2015 un altro commando ha scalato uno dei piloni della funivia che collega Cervinia a Plan Maison a 2.560 metri di quota, tagliando parzialmente la fune d’acciaio. Anche in questo caso vennero recisi i trefoli, rendendo inutilizzabile l’impianto. In quel periodo la funivia era in manutenzione, altrimenti poteva essere una strage. Ma non solo: poche settimane dopo un attacco simile in tutto, è sato condotto contro la seggiovia Bec Carrè di Valtournace.
L'INCIDENTE IN AUSTRIA
Stesse modalità, identici i danni alle funi d’acciaio che sono state sostituite in entrambi i casi. Esattamente come, anche ieri mattina si stava facendo a Cervinia per poter riaprire la seggiovia nel prossimo week end. Inutile dire che, al di là dei danni che per la Cervino spa sono da calcolare in centinaia di migliaia di euro, esiste il timore di una reiterazione di questi assalti che appaiono collegati ad una strategia di eco-terrorismo che potrebbe riguardare le grandi stazioni in quota, da Cervinia che si collega con la svizzera Zermatt, fino al Tirolo e più esattamente agli impianti di Acherkogelbahn a circa 30 chilometri da Innsbruk, dove due giorni fa si è schiantata una cabinovia che ha provocato ferite gravissime ai quattro sciatori che la occupavano e che ora sono ricoverati in rianimazione negli ospedali del Tirolo. Un incidente che, forse anche per la coincidenza con l’attentato di Cervinia, viene classificato come “anomalo” dagli inquirenti. La cronaca dei fatti accaduti intorno alle 10,20 del mattino, in assenza di venti forti o di altri elementi naturali pericolosi, no offre risposte al distacco della cabina, e l’ipotesi della caduta di un albero sui cavi, viene considerata “tutta da verificare”. Di qui l’apertura di un’inchiesta che dovrà ricostruire i fatti.
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