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L'opinione degli altri
14 Gennaio 2024 - 15:31
La sottosegretaria di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti
Onorevole Paola Frassinetti, il sindaco Giuseppe Sala ha chiesto alla procura di riaprire il processo per scoprire gli assassini di Fausto e laio.
«È giusto. Sono due giovani morti ammazzati nel 1978 che aspettano ancora giustizia».
Erano di sinistra, ma lei pochi mesi fa ha portato i fiori al Liceo Brera per ricordare Tinelli.
«Alla targa che ho fatto mettere per lui quando ero assessore all’Istruzione della Provincia. Così come sono riuscita a farla mettere per Sergio Ramelli all’Istituto Molinari».
Un desiderio di pacificazione?
«Un modo per dire che quegli anni orribili non devono più tornare. Che quei ragazzini morti per le loro idee vanno onorati».
Tutti?
«Tutti. E tutti allo stesso modo».
E a chi dice che in fondo Ramelli era un picchiatore fascista?
«Parole disumane. Che fanno orrore».
Qualcuno ha contestato i suoi fiori a Tinelli.
«Quattro gatti. Con me c’era il fratello che proprio lì ha chiesto la riapertura delle indagini».
Era venuto con lei anche al Molinari per l’omaggio a Ramelli.
«Un grande gesto».
È ancora presto per una vera pacificazione?
«Non è presto, va fatta. Dobbiamo unirci nel ricordo di quelle vittime innocenti di una violenza ingiustificata e ingiustificabile».
Lei c’era.
«E sono stati anni terribili. Si andava a scuola con il terrore se volevi esprimere idee di destra».
Antifascismo militante.
«Cominciavano con l’impedirti di parlare in assemblea, poi di entrare nelle scuole pubbliche. E se ci provavi, erano sprangate».
Vi sentivate soli?
«Abbandonati. Anche perché i loro complici erano gli adulti, i professori: quelli di sinistra che li appoggiavano o chi aveva timore e si voltava dall’altra parte».
Non doveva essere facile
«Una situazione contro natura andare con terrore a scuola, dove l’unica preoccupazione dovrebbe essere studiare e imparare».
Se si riaprono le indagini per Fausto e laio, magari si dovrebbero riaprire anche quelle per i morti di Acca Larentia.
«Questo contesto a Sala, di aver diviso ancora una volta i morti di sinistra da quelli di destra».
Quella pacificazione non e poi così vicina.
«Forse La sinistra, avendo pochi argomenti, usa l’antifascismo per attaccare il governo».È ancora uno strumento efficace?
«Mi sembra lunare che mentre la premier Giorgia Meloni annuncia 500mila nuovi posti di lavoro, in
maggior parte donne, sia accusata dei saluti romani fatti in piazza da gente che con lei nulla c’entra».
Sembra che ci sia un antifascismo più violento in questi giorni che negli anni passati. Perfino in quelli del Dopoguerra, quando forse ce ne sarebbe stato più motivo.
«E io che ho vissuto gli anni Settanta, dico alla sinistra di essere più prudente, rinfocolare è molto pericoloso. Ci vuole poco a passare dalle parole ai fatti. E quanto tragici furono, è la storia a raccontarlo».
A proposito di storia, lei è sottosegretario.
all’Istruzione.
«E credo che nelle scuole quegli anni andrebbero studiati per insegnare ai giovani che non devono più tornare».
Ai giovani piace lo scontro politico.
«Ed è bello e giusto. Ma per quanto acceso sia, devono ricordare che il rispetto dell’avversario è l’essenza del convivere sociale».
Cosa racconterebbe a loro di Ramelli?
«Che era un ragazzo normale. Come a loro gli piacevano gli amici e il pallone, ma aveva dentro il fuoco della politica e del volontariato che faceva all’oratorio e nel quartiere».
Un buon esempio.
«Un grande esempio, quando la politica è desiderio di migliorare la vita del tuo prossimo».
di Giannino della Frattina
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