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IL BILANCIO
16 Gennaio 2024 - 17:12
La grande industria torinese, un tempo trainata dalla Fiat, sta cadendo a picco. Lo dimostrano i dati presentati in Consiglio regionale che parlando di 40mila addetti in meno (-7%) nel comparto dal 2012 al 2021. A lanciare l’allarme sulla situazione occupazionale sono i sindacati e l’opposizione intervenuti durante il consiglio aperto. «In Piemonte abbiamo 76mila occupati in meno rispetto al 2008, l’anno della crisi mondiale» sottolinea il segretario generale Uil Piemonte, Gianni Cortese: «E solo il 20% dei laureati trova lavoro in un tempo congruo». «Questa regione è in grande ritardo e bisogna trovare il modo per far pesare il Piemonte in Italia - attacca il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo -, non è pensabile che a Torino il Pil pro capite sia 11mila euro più basso rispetto a Varese: siamo il Sud del Nord». «La situazione per l’industria è molto pesante - sottolinea Luca Caretti, segretario generale Cisl Piemonte che, insieme agli altri sindacati, chiede alla Regione l’apertura di un tavolo di crisi per essere in grado di attrarre imprese e nuovi investimenti».
A pesare come un macigno è di certo la crisi di Mirafiori e di Stellantis che ha appena annunciato il fermo produttivo per 2.260 addetti delle carrozzerie. Ma anche di tante altre aziende, come Lear, Te Connectivity e Microtecnica. «Mi domando: il governo dov’è? Rispetto alle decisioni di Stellantis ci saremmo aspettati che dicesse qualcosa. Ai cancelli delle aziende in crisi invece non c’è mai andato nessuno, ma la crisi morde» ha sottolineato la deputata M5s ed l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino.
Parole forti su Stellantis anche dalla consigliera regionale Gianna Pentenero: «Ci rendiamo conto che nonostante gli sforzi dell’amministrazione il saldo di Stellantis porta allo zero e non avremo un aumento occupazionale. Abbiamo bisogno di capire - ha aggiunto - quale tipo di futuro ci sarà per tutto l’indotto ma se non diamo un’accelerata alle risorse che abbiamo resteremo indietro».
Non tutti i dati però sono negativi. Anzi. Come ha evidenziato l’assessore al Lavoro e alle Attività produttive, Elena Chiorino: le assunzioni in Piemonte a gennaio sono state 1.250 in più rispetto al primo mese dell’anno scorso e nel primo trimestre se ne prevedono oltre 4mila in più. L’aumento dei posti di lavoro riguarda soprattutto i servizi (+4,5% e +38mila persone dal 2012 al 2021) e le piccole e medie imprese, rispettivamente al +6,6% e al +10,9%. Come già evidenziato sono calate le grandi imprese (-6,2%) ma anche le micro imprese (-5,6%).
Nel complesso il Pil regionale nel 2022 è stato stimato 145 miliardi di euro, il 7,7% del nazionale, superiore ai 136 miliardi del 2021 e pre Covid (138 miliardi), grazie al boom delle costruzioni (+9,6%), i servizi (+4,6%), l’agricoltura (+3,0%) e il comparto manifatturiero che ha confermato la sua solidità (+3,4%).
«Il bilancio degli occupati in Piemonte nel 2022 è salito complessivamente del +1%, e quello tra nuove iscrizioni e cessazioni è di +0,42%, in particolare nella fascia tra i 15 e i 34 anni il tasso di occupazione è al 49,3%, +9% rispetto al 2021, superiore alla media italiana del 43,5%» ha spiegato l’assessore Chiorino, elencando le varie azioni della Regione, quali: «L’investimento di 97 milioni di euro per le 11 Academy per formare nuovi lavoratori, i 23,5 milioni per le imprese con fatturato compreso tra 2 e 200 milioni, il fondo per disabili da oltre 60 milioni di euro, 10 milioni per gli Its, 8 milioni per il prolungamento dell’orario degli asili nido, e altre iniziative per imprese e start up, oltre alla riduzione del debito».
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