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L'ANALISI
23 Gennaio 2024 - 07:30
Il 2023 è stato un anno molto difficile per l’economia piemontese e per le nostre imprese che continuano a vivere un periodo di pesante stagnazione, tra inflazione, aumento dei costi, il settore auto in crisi e la dinamica internazionale che non aiuta, tra la crisi della Germania e l’insicurezza dei traffici delle navi che passano dal canale di Suez.
E’ quanto emerge dall’analisi di Unioncamere, su dati di Camere di commercio, secondo cui in Piemonte sono sono nate 22.679 aziende, 200 unità in meno rispetto a al 2022 (-0,9%). E nello stesso periodo sono state 22.092 le imprese che hanno cessato la propria attività: 184 in più rispetto al 2022 (+1,3%).
Il Piemonte non riesce a superare la settima posizione tra le regioni italiane (7,1% delle imprese nazionali) con un tasso di crescita del +0,14%, di intensità inferiore sia rispetto a quanto rilevato per il tessuto imprenditoriale piemontese nel corso del 2022 (+0,25%), sia rispetto al risultato messo a segno nel 2023 a livello complessivo nazionale, dove il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni ha dato luogo a un tasso di crescita del +0,70%.
I settori più in sofferenza sono l’industria (-0,89%), il commercio (-0,95%) e l’agricoltura (-1,90%). A registrare le performace migliori sono invece i servizi (+1,38%), le costruzioni (+1,28) e il turismo che segna un debole +0,15%.
Analizzando i dati per provincia emerge infatti che Torino e Novara hanno fatto registrare rispettivamente un +0,45% e +0,39%. Mentre gli altri capoluoghi sono tutti in contrazione: Asti (-0,61%), Biella (-1,08%), Vercelli (-0,5%), Alessandria (-0,15%), Cuneo (-0,10%) e il Verbano Cusio Ossola (-0,10%).
«ll tessuto imprenditoriale piemontese chiude il 2023 con un risultato stagnante, che vede la nostra regione sostanzialmente ferma. Torino e Novara sono le uniche province a mettere a segno un risultato positivo soprattutto grazie alle costruzioni e al turismo» commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.
Ma nel torinese non mancano certo le difficoltà soprattutto nel settore, un tempo trainate, dell’industria, con i 2.260 operai in cassa integrazione a Mirafiori e le crisi aziendali di Lear e Te Connectivity. A pesare è anche l’economia tedesca in contrazione del -0,3%, un brutto segnale considerando che il Piemonte nel 2022 aveva esportato verso la Germania un valore record di 8,3 miliardi, in aumento del 23,1% rispetto al 2021, soprattutto grazie all’interscambio commerciale nel settore automotive.
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